lunedì 17 novembre 2014

369. Mafia chimica e sistema sanitario...

Professor Peter Christian Gøtzsche, direttore del Nordic Cochrane Centre, internista. Ha lavorato su test clinici e su regolamentazioni farmaceutiche e negli ospedali di Copenhagen. Nel 1993 co-fonda il Cochrane Collaboration. Nel 2010 diventa professore di Progettazione e analisi della ricerca medica, all'Università di Copenhagen.
"Ho scoperto che il modo di fare affari delle 10 maggiori case farmaceutiche include azioni da crimine organizzato.
Gli imbrogli sui test e i silenzi sui pericoli dei farmaci sono molto comuni, e i soldi dell'industria farmaceutica arrivano dappertutto per comprare chiunque abbia influenza nel settore della sanità, riuscendo a corrompere persone di ogni tipo, anche ministri della sanità. 
La pubblicità dei farmaci è particolarmente dannosa e le bugie sono spesso così sfacciate che le compagnie sostengono esattamente l'opposto della verità sui loro prodotti.
Gli studi sui farmaci finanziati pubblicamente danno risultati diversi da quelli degli studi finanziati dalle multinazionali perché non è salutare che una compagnia che ha la possibilità di guadagnare milioni di dollari interpretando tutto in chiave favorevole, sia di solito l'unica ad avere a disposizione i dati degli studi. 
Nel nostro sistema, le compagnie farmaceutiche sono giudici di se stesse, cosa molto strana che in altri ambiti non viene accettata. Se andassi in tribunale e dicessi al giudice "Ecco le prove, le ho fatte tutte io", sarebbe ridicolo. Ma questo è il sistema accettato. 
La stessa industria fa gli studi sui suoi farmaci. Spesso li manipola a un livello orribile e dunque sappiamo di non poterci fidare di quello che pubblica l'industria farmaceutica nelle nostre più prestigiose riviste mediche. Lo sappiamo da molto tempo.
Studi fatti in tutto il mondo mostrano sulle persone che muoiono per effetti collaterali dei farmaci, sono quasi omogenei: nei soli Stati Uniti morirebbero circa 200.000 persone all'anno a causa dei farmaci che prendono. Nella metà dei casi i farmaci sono presi secondo le istruzioni del medico. Nell'altra metà dei casi la morte è dovuta ad errore, per esempio una quantità eccessiva, oppure il medico non era al corrente di interazioni pericolose con altre sostanze.
Ma non possiamo prendercela troppo con i medici. Ogni farmaco porta con sé 20 o più avvertimenti e controindicazioni. E' assolutamente impossibile essere a conoscenza di tutto.
I farmaci veramente utili sul mercato sono il 5% e con quelli la popolazione sarebbe più sana. I farmaco più economico con gli stessi effetti di quello più caro ci fa spendere ben meno della metà. Molto spesso sarebbe meglio non prescrivere un farmaco, perché tutte le medicine procurano qualche danno e, messe assieme, producono un orribile costo in vite umane. Per esempio si usano troppi antidolorifici. Dovremmo anche usare una minuscola frazione dei farmaci psichiatrici che usiamo oggi, poiché sono in generale dannosi quando usati per più di poche settimane.
Bayer spende circa 10 miliardi di euro all'anno in pubblicità, comprendendo campioni gratuiti, corsi d'aggiornamento per medici, spese dei rappresentanti, donazioni ad associazioni mediche. La Compagnia si rifiuta di fornire i dati in dettaglio. 
Penso si dovrebbe costringere le industrie farmaceutiche a pubblicare dettagliatamente le spese di marketing, e soprattutto bandire completamente la pubblicità sui farmaci, proprio come si è fatto per il tabacco. La pubblicità sui farmaci causa gli stessi danni della pubblicità sul tabacco. Si può star certi che i medici userebbero farmaci validi, che non hanno bisogno di pubblicità per essere accettati, senza rappresentanti che li blandiscono o li corrompono, e i direttori delle riviste mediche non avrebbero paura di pubblicare articoli contro l'interesse delle case farmaceutiche. Con questa riforma si libererebbero le riviste mediche dalle grinfie dell'industria farmaceutica.
Anche secondo dati convincenti pubblicati, le pillole contraccettive Yaz/Yasmin, sono associate a un rischio di embolia  almeno doppio rispetto a quello dei vecchi prodotti. E non sono state ancora bandite malgrado Bayer abbia pagato quasi 2 miliardi di dollari di indennizzi!
Bayer ha anche finanziato studi per dimostrare che le nuove pillole non erano più pericolose delle vecchie.
Nel campo dei farmaci da banco e integratori alimentari, di cui Bayer è tra i i leader di mercato, il principale problema è che la maggior parte di quei prodotti serve solo ad alleggerire le tasche di chi li compra.
Promuovere l'Aspirina come prevenzione quotidiana contro i disturbi di cuore o certi tipi di cancro: pochissimi beneficeranno della profilassi mentre molti ne avranno un danno. Non sembra una buona idea quella di trattare tutti per il beneficio di pochi. Il trattamento eccessivo delle persone sane è uno dei problemi maggiori nella sanità odierna ed è anche una delle maggiori fonti di lucro per l'industria farmaceutica.
Abbiamo monitorato Bayer per oltre 30 anni. Dall'Eroina al Baycol, si è resa responsabile di molti scandali farmaceutici. 
Come le altre grandi compagnie farmaceutiche, Bayer è impegnata nel crimine organizzato: corrompe medici, commette frodi, e nella seconda guerra mondiale sperimentava sui prigionieri dei campi di concentramento (con tassi di morte altissimi) 
In questo secolo ci sono cooperazioni segrete tra Ospedali e Case Farmaceutiche che si ritiene portino a una ricerca medica dettata solamente dal profitto, e la Storia dimostra che ciò che avviene quasi sempre è che la compagnia riceve sia i guadagni che il credito di tali "cooperazioni", mentre il contribuente è destinato a pagare il conto rimborsando farmaci eccessivamente costosi.
Per migliorare la ricerca farmaceutica dovremmo chiedere che vengano fatti degli studi pubblici sui farmaci, pagati dall'industria, ma senza aver a che fare coi i test. E i medici non dovrebbero essere pagati dall'Industria.
La sanità è così corrotta che chi denuncia gli atti criminali delle compagnie farmaceutiche può diventare un paria. Naturalmente non sono in contatto diretto con l'industria farmaceutica, ma ho visto plateali menzogne riguardo al mio libro, propagate dalle associazioni dell'industria farmaceutica e dai loro alleati a pagamento tra i medici."
da intervista su http://www.vittorioveneto5stelle.it/tradotta da Luciano Dallapè 


giovedì 23 ottobre 2014

368. Cara Ivana ti scrivo

"Cara Ivana, sono stato coinvolto, non so come, in una conversazione collettiva privata e non pubblica, dove sembrava che oltre a me, ci fossero solo donne divorziate. E poi, appena ho detto che finora non mi sono sposato perché sono "gay", qualcuno di voialtri mi ha chiesto cosa volessi dire col termine "gay" e ho risposto "omosessuale". 
Non accetto che qualcuno mi faccia lezione di morale o riservatezza,  perché era solo una spiegazione e non un vanto. Signora, questa risposta è solo per lei, che spero felice di essere donna eterosessuale, discriminata nel suo paese solo dai maschilisti, e non dai fondamentalisti religiosi e dai fascisti di tutto il mondo, che sono molti. Stia bene." 
"Dear Ivana, I've been involved, I do not know how, in a private collective conversation, unshared, in which it seemed that besides me, there were only divorced women. And then I just said that so far I have not married because I'm "gay", so some of you guys asked me what I meant by the term "gay" and I replied "homosexual." I do not accept from nobody no Moral or Privacy lessons, because it was only an Explanation and not a Pride. Madam, this answer is only for you, which I hope to be a happy heterosexual woman, discriminated in your country only by sexists, and not also by religious fundamentalists and fascists from all over the world, which are a lot. Take care."
da una conversazione ultra-fraintesa tra un uomo laico e una donna ultra-bigotta su FB / excerpt from a super-misunderstood FB conversation between a secular man and a super-sanctimonious woman 


giovedì 16 ottobre 2014

357. Un esempio esemplare.

ENRICO TRANFA, il presidente del collegio della Corte d’Appello di Milano nel processo RUBY, ha firmato ieri mattina le 330 pagine della motivazioni e poi si è dimesso dalla magistratura dopo 39 anni in toga. Per protesta. Un gesto senza precedenti nella storia giudiziaria italiana che svela così il suo radicale dissenso dalla decisione, maturata nella terna del suo collegio, di assolvere l’ex-presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dalle imputazioni di concussione e prostituzione minorile che in primo grado ne avevano invece determinato la condanna a 7 anni di reclusione.                 
compendio dal Corriere 17/10/14

mercoledì 24 settembre 2014

356. Occhetto su Renzi - estate2014

L’esperienza che le società moderne sono costrette a vivere loro malgrado, per la crisi dei partiti di sinistra, dimostra solo che le interpretazioni integralistiche del pensiero marxiano non potevano realizzare nulla. Quei partiti dovrebbero ritornare, per rilegittimarsi, al nucleo ancora vitale del metodo d'analisi marxista per comprendere le forze evolutive del mondo. Un invito particolarmente attuale se rivolto a partiti come quelli della sinistra italiana, che hanno perso ogni contatto con la realtà che intendono governare. Ora Renzi non può perdere un colpo perché non è amato dal Pd. "Non vorrei trovarmi al suo posto quando la ruota comincerà a girare male": così Achille Occhetto, ultimo segretario del PC e cofondatore del PDS mette in guardia il premier dagli intrighi di partito. "Rischia di essere ingoiato dal male oscuro della sinistra...". E sfoga la sua amarezza per essere stato messo da parte e totalmente dimenticato.Una censura generazionale: "Io sono considerato quello che ha compiuto l'atto più empio: sembra che si sia passati da Berlinguer a Renzi. Veltroni non mi ha mai chiamato per la presentazione del suo film su Berlinguer".
La sensazione di tradimento coinvolge soprattutto la svolta perché il Pd ha finito per essere somma del peggio del Pci e della Dc, fusione a freddo degli apparati, non si è mai formata una vera coscienza unitaria anche se con Renzi siamo passati a una fusione a caldo a base leaderistica. E il principale errore della sinistra sarebbe aver considerato la svolta una scorciatoia tattica per entrare nel salotto buono per il governo. E questo atteggiamento ha fatto spegnere la fiducia nella sinistra mentre la sua idea era quella di dar vita a una nuova sinistra democratica ma liberal.
"Quando Renzi ha dato il via alla rottamazione, ho stappato bottiglie di vino". Ma ora un avvertimento: nel partito esiste "il male oscuro" (Massimo D'Alema per Occhetto) che tende al complotto anche oggi. Il sabotaggio dell'elezione di Prodi al Quirinale rischierebbe di travolgere anche Renzi. 
Occhetto dice di pentirsi di essersi alleato con Antonio Di Pietro, e ammette che Mani Pulite compromise la svolta favorendo populismo e giustizialismo.
compendio da
www.huffingtonpost.it
liberoquotidiano.it

355. El Pistolin, na filastròca

Fin ai dés, el cress de pés,
Dai dés ai vint el tira per istìnt
Dai vint ai trénta el tira ch'el spavénta
Dai trénta ai coaranta el tira che l'incanta
Dai coaranta ai sessanta el tira ma el s'incanta
Dai sessanta in sù el fa la goardia al bus del cù.
da: proverbimilanes.blogspot.com.uk

lunedì 8 settembre 2014

354. Vacanza a Manhattan 2011.

Vacanza a metà luglio: sollievo, ansia e leggerezza: nessun programma definito quest'anno ma solo biglietti aerei e prenotazione d'albergo in tasca da metà aprile, con uno scalo rivelatosi inutile, a Lisbona. Dormirci una notte senza poterla minimamente visitare e' stato castrante, data la fama decantata da tutti. Comunque il suono della lingua portoghese è stato per le mie orecchie un balsamo anche mentale, dopo 1 anno di lavoro e 2 ore e mezza di ritardo da Malpensa. Il volo finale è appunto Lisbona-Newark: in altre parole si va a Newyork!
Dall'oblò', senza conoscere la rotta, vedo un mare ghiacciato, che potrebbe essere anche una distesa di nubi consistentissime, ma molto al di sotto della nostra quota. Dopo un pisolino intravvedo un cono vulcanico scurissimo emergente dall'oceano. Le attenzioni del personale portoghese di linea ci portano fino al punto in cui finalmente mi si presenta la costa lagunare della zona di N.Y.: di li' a poco l'atterraggio. Monorotaia e treno fino a Manhattan con l'impatto dei suoi grattacieli, ma soprattutto quelli pre-moderni mai visti in Italia, spessissimo in mattoni, con fregi e caratteristiche decò, neoclassiche e neogotiche. Alloggiati di fronte al Madison Square Garden, non perdiamo tempo per un giro veloce: da vedere Time Square col suo riverbero visuale e mentale da BladeRunner, grande film di fantascienza, e Chelsea per la sua atmosfera insieme godereccia e casereccia, dove con amici americani abbiamo pasteggiato una prima volta alla locale Cafeteria. Qui mi ritrovo, e non e' da me, a gustare un'insalatona deliziosa all'italiana, che pare inventata da me, a base di cavolo nero.
Il mattino dopo: Grand Central Station e' già un monumento, nodo multifunzionale, grandioso e prezioso, con l'ambiente piu' alto, a volta dipinta di celeste con mappe astrali di gran suggestione, e specchi, marmi e luminarie decò che riecheggiano la piu' bella fermata del metrò moscovita. Altro monumento meno originale ma pure d'impatto: la cattedrale cattolica di San Patrizio, neogotica, che pare un compendio del Duomo di Milano, di NotreDame di Parigi e dell'abbazia di Westminster.
Comunque, girando per l'isola, ci si rende conto da come l'architettura stessa spesso modifichi e accentui in modo sostanziale le prospettive orizzontali e verticali. Si gira e si capita per caso davanti a 2 luoghi cinematografici famosissimi, il locale gay "Stonewall " su cui fu costruito un film crudo, divertente, ma di denuncia civile su un famoso e brutto fatto di cronaca e repressione, e la gioielleria di "Colazione da Tiffany", film di culto con Audrey Hepburn.
CentralPark, vera riserva naturale che mostra come avrebbe potuto diventare il ParcoLambro di Milano: laghi, laghetti e stagni con anatre, scoiattoli e tartarughe d'acqua. La musica dell'acqua si mischia a quella di saxofoni e arpe cinesi. Vista solo la parte sud, usciamo a vedere li' vicino un altro edificio storico di fama: il Paramount Building, quello delle Produzioni Cinematografiche, pregevolissimo e austero. Il clima estivo e' soffocante ma incrociamo tante piccole oasi verdi con panchine e ombra.

Attraversare il ponte di Brooklyn a piedi: la gran fatica e il gran caldo son ripagati dalla gran vista e dall'emozione. In questa citta' oltre ad apprezzare la varieta' della gente per strada e a valutarne la frenesia, ci si rende per forza conto delle abitudini locali: la popolarita' dei locali di cibo pronto da asporto porta un mucchio di persone a stare in giro anche nelle ore di punta con panini, piatti, fagotti e bicchieri in mano, ma pare non abbiano neppure il tempo di chiedere scusa quando ti urtano. Le mie narici hanno registrato come il profumo piu' diffuso per i marciapiedi di manhattan sia quello di peperoni grigliati e di spezie, proveniente dai baracchini seminati ovunque con pretzel, wurstel, frutta e spiedini. E sono pure evidenti i tombini fumanti come nei film, anche in pieno luglio, e le porte dei vari locali con l'apertura verso l'esterno. Giorno dopo giorno scopro che tutti gli edifici pubblici come Posta, Tribunale, Borsa, Municipio e Polizia siano in stile neoclassico con facciata a frontone. L'edificio del MoMA, museo d'arte moderna, e' ovviamente modernissimo: struttura affascinante, parte del Rockefeller Center, progettata e riprogettata da Goodwin, DurellStone e Taniguchi che ospita tra le piu' famose opere di pittura e scultura del '900, con uno squarcio prospettico centrale interno di gran suggestione.
Certo e' che la fatica di visitare Manhattan quasi esclusivamente a piedi ripaga con la percezione immediata e diretta di nevrosi e virtu' metropolitane: la varieta' di proposte ci permette un pranzo "sushi" al Rockefeller Center e una cena "genuinamente" americana.
Per un lungo fine-settimana tutto mare e natura a casa di conoscenti americani, ci si sveglia di buonora per un viaggio in treno, auto e traghetto fino a Fire Island, localita' unica: diversivo perfetto per eludere il sorpasso dei 100 gradi (farenheit) della citta'. Lasciando New York City in ferrovia si attraversano sobborghi e centri con costruzioni sempre piu' piccole e spesso vittoriane e poi per strada boschi e campagna con palazzine e casette tutte con tetti spioventi e tantissimo legno.
Dalla costa atlantica con 15 minuti di navigazione ecco l'isola, pedonale, con 2 soli empori, 2 soli alberghetti e tantissimi locali pubblici. Incamminandoci verso la casa l'impatto e' fantastico ed esotico: nonostante 2 mesi invernali nevosi, come del resto a New York, ora ci circondano cortine di bambu', felci e un bel po' di pini. Per il resto, vegetazione lussureggiante d'ogni tipo e provenienza, introdotta anche per sopperire alla morìa di pini autoctoni dovuta al tarlo asiatico. In questa sorta di giungla una rete di passerelle di legno collega una miriade di lotti di abitazioni piuttosto semplici tutte d'assi di legno prevalentemente grezzo e con tetti spioventi di tegole bituminose.
Nell'aria il cinguettio di vari volatili e i colori di tante farfalle, mentra la fauna terricola e' costituita da cervi e volpi: unico neo che arriva solo col vento dalla terraferma, un certo microtafano fastidiosissimo che attacca a frotte le persone soprattutto lungo le spiagge. Ma il caldo, non si fosse in mezzo al mare, sarebbe insopportabile: un piccolo paradiso comunque, con tanta gente "in mostra". Ma con gli altri ospiti della casa, tutti americani, c'è' stata una bella socializzazione.

Ultima settimana a New York: prima camminate senza meta e poi una faticata memorabile con la traversata verso sud di Manhattan per Liberty Island e Ellis Island, veri simboli degli U.S.A. Il viaggio è breve ma preceduto da 2 ore di code per biglietteria, controlli ai raggi x e imbarco: bellissimi i panorami della baia e l'atmosfera nelle 2 isole. Il ritorno all'albergo a metà pomeriggio dopo altre code, con abbronzatura inaspettata e tante riflessioni sulle "loro" libertà, è un sollievo. Poi una lunghissima serata tra Chelsea e Hell's Kitchen con 2 diversi amici americani: con l'ultimo, ritrovato dopo 6 anni, molto poco "integrato", a parlare di Milano, del suo Alabama, della NewYork degli altri e di Amy Winehouse appena morta.
In un'unica giornata realizziamo 2 mete, Empire State Building e Museo Guggenheim. La prima inizia con controlli e code sfinenti come per le isole-simbolo per arrivare a 2 diversi livelli d'osservazione con viste impareggiabili anche da un 112° su città intera e baia. Dopo una vera pausa-pranzo raggiungiamo il Guggenheim, progettato dal grande Lloyd-Wright che è subito per me un incanto avendone già amate e studiate le forme razionaliste e moderniste insieme. Vederlo, visitarlo e apprezzarlo è stato emozionante: un'enorme rampa-scìvolo a chiocciola con arioso pozzo-atrio centrale di gran suggestione. Lungo le balconate ci sono le mostre personali e temporanee con opere di proprietà degli artisti, di collezioni private o di altri musei, mentre nelle diverse sale che si aprono sui pianerottoli dei vari livelli ci sono allestimenti semi-stabili con opere di proprietà del Museo o della Fondazione: Picasso, Lautrec, Rousseau, VanGhogh e tanti altri maestri a cavallo tra '800 e '900.
Rimandata all'ultimo giorno utile di questa vacanza la visita al Metropolitan Museum, per farla con l'amico newyorkese che teneva a vedere la mostra giustamente ospitata qui di Alexander McQueen, compianto stilista scozzese adottato da questa città, artista e "scultore" visionario. Ma per noialtri italiani è stata una sorpresa assoluta e una meraviglia trovare qui antichità mesopotamiche, egizie, cretesi, pittura del rinascimento e infinite altre epoche, assieme a innumerevoli opere notissime come "il pasto del cieco" di Picasso, "autoritratto con cappello di paglia" di VanGhogh e una giungla di Rousseau.
Oltre alle cose viste devo registrare pure certe persone conosciute o ritrovate in questa "feria oltreoceano": Richard, Randal, Chelsea e il suo fidanzato, e Rolando, languido per il trasloco imminente con la famiglia a Edimburgo.

A Manhattan delle varie religioni e provenienze della gente in circolazione si mostrano le sedi delle loro società benemerite, i diversi luoghi di culto come le tante chiese cristiane e l’imponente Sinagoga Shearith Israel, compatta, maestosa e sobrissima nella 8^ avenue. A queste mille razze, incroci e religioni corrispondono i segni nazionali, regionali e religiosi indossati dalla gente: sari, sarong, jalabia, kimono. Invece gli altrettanti copricapi possono essere addirittura l’unico segno distintivo: il turbante adulto e adolescenziale dei Sikh, i vari foulard, fazzoletti, reticelle, cuffia e velo di donne musulmane ed ebree e lo zucchetto degli uomini ebrei. Ho visto la kippah (lo zucchetto, appunto) in mille fogge, materiali e dimensioni, come un piattino da caffè o grande come un basco, di cuoio, di stoffa o velluto ricamati, o intrecciata all’uncinetto come centrini. Di questi copricapi m’hanno colpito più degli altri il turbante adolescenziale sikh indossato però con la sua treccia in vista da un giovane adulto chiaramente gay, come pure la minuscola kippah arcobaleno all’uncinetto sfoggiata con orgoglio ebraico e gay da un uomo e incredibilmente da una donna!!


Proprio una bella vacanza.

domenica 31 agosto 2014

353. San Satiro e San Sebastiano in via Torino.

Intorno al sacello di San Satiro, fatto costruire dal vescovo Ansperto nell'879 circa, fu edificata la chiesa di Santa Maria tra il 1476 e il 1482 per custodire un'icona miracolosa: committente il duca Galeazzo Maria Sforza e progettista, secondo alcuni, un giovane artista marchigiano, nientemeno che Donato Bramante.
In un'area di piccole dimensioni, sorse un edificio di respiro veramente monumentale: tre navate, la centrale coperta da una volta a botte, con una cupola emisferica all'incrocio con il transetto, su un modello di LeonBattista Alberti.
Il vero colpo di genio è però la soluzione del presbiterio e dell'àbside: non potendo concludere l'edificio con un quarto braccio per la presenza di una strada assai frequentata, fu fatto costruire un finto spazio in prospettiva, con una volta in stucco, profondo meno di un metro, ma in grado di suggerire una profondità molto maggiore, vero antesignano di tutti gli esempi di trompeloeil successivi, anche se in realtà si tratta di un esempio di 'stiacciato' trasferito dalla scultura all'architettura.

Si trova in via Torino lungo il marciapiede opposto a quello di San Satiro. Il corpo cilindrico di questo stranissimo "civico tempio votivo" suggerisce un battistero monumentale di carattere anche neo-classico, dotato di balaustra superiore esterna, ma non è possibile ammirarlo in una prospettiva di ampio respiro, stretto com'è tra la strada e altri edifici, lì incuneato da sempre: la sua singolare imponenza non interrompe con sagrato o piazza il corso stradale.
L’interno, completamente affrescato, risulta spiazzante visto che il volume cilindrico corrisponde a una pianta rigorosamente centrale, ispirata a quella del Pantheon di Roma, con uno spazio dove nessuno degli altari sarebbe normalmente individuabile come quello maggiore. A una ristrutturazione della cupola corrispose pure la creazione di una cripta.
Fondato su un Voto del 1576 per la fine della peste fatto dalla cittadinanza, su progetto mai completato del Tibaldi, venne modificato da Bassi e Mangone: ospita opere lombarde tra il '700 e il '900. Ora è più santuario che chiesa vera e propria e resta proprietà comunale.

venerdì 29 agosto 2014

352. Defeating a future disaster.

Several sources underline that, by the end of 2014, renewable resources will be exhausted: this will lead our descendants to deal with an ecological deficit, very difficult to recover! 
Biodiversity fans consider unuseful to broadcast softly these data, since till now people have not yet realized that the self-destruction of this planet can be avoided only by an urgent reversal of the vaunted political logic based on re-growth of consumption, economic development and advantage of resources, as an anti-crisis prescription. 
On the other side a different returnless crisis could be defeated only by reducing productivity and fuel consumption, cutting pollution and waste, replacing the loss of consumerism-related products with leisure time and genuine environmental liberty, allowing the planet to regenerate plants, atmosphere and different ways of living. 
Let us realize that ideologies are now self-denying but they continue to govern us: it is imperative to replace the dominant political and increasingly rampant consumerism with a social science that endeavors to find soonest the way to create an interconnected network of self-sustainable micro-economies based on intelligent recycling, repair and recovery along with skilled crafts and practices. This is a primary urgency against our self-destruction. 
So, bear in mind that it's been calculated that if the level of consumption of the entire population of Earth was now equal to that of the Americans, the ecosystem would implode next year!

lunedì 25 agosto 2014

351. compendio in milanese della nostra vacanza in Maremma.

Na bela vacansa in bassa Marema, cont on viagg in màchina cominciaa a Milan del dì de Feragoost, sòta on ciar d’aqua che l’ha sutaa almeen dò oor, con piògia e piovisna alternaa. 
Con tutt i montagn che se surmontaven manman che se andava inans, pareva de vess in mess ai scenn d’on teater, e poeu gh’éra tan de quì terén coltivaa de tanti coloor diferént come ind’ona stòfa a quàder. 
St’an, anca giò là, la vegetassioon l’è belìssima per tuta l’aqua vegnuda de tuti sti més. 
Ma quanche te rìvet in Marema te s'en acòrget, ch'el panorama el cambia: terr inlagaa e bool pién de besti che cooren lìber e lagunn de aqua salmastra: boeu, cavai e pégor. 
Prima nòt squas in Lazzio, purtròp passada in màchina visin al cimitéri de Capalbio: ma em vust quel che l'éra doma' a l'alba.
Prim dì in spiagia a Capalbio: on odoor mist de nafta, de saa e de erbi aromàtic, cont on mar gris ch'el buiva sòta on cél de nivoi goonfi e bianchìssim. Dré de nun, na pinéda bordada de "macchia mediterranea". El soo sbusava de spess tut quel bombas che gh'évom soora el cò.

martedì 12 agosto 2014

350. mia nota originale per "Salviamo il Dialetto" su FB

El me' nòno de Cernòbi, in del '61 l'éra pòc ch'el stava in Liguria e a qui témp i tort salaa in Lombardia se gnosséven nò. 
Inscì la prima voeulta che g'han faa sagia' la TORTA Pasqualina lu l'ha dii, in del so dialet: "Bela e bona, pecaa che ga manca on po de zzuucor (tsùkur)". Batuda involontaria restada per sémper in la memòria de familia!!
da cui la nota in wabesmemo "lo zucchero e la Pasqualina"

domenica 10 agosto 2014

349. San Cristoforo sul Naviglio, chiesa d'acqua a Milano

San Cristoforo sul Naviglio è sull'Alzaia del Naviglio Grande.
Il complesso di 2 chiese. A sinistra la più antica primitiva chiesa romanica, forse sulla base di un tempietto pagano, e ricostruita alla metà del 1200, nel periodo degli scavi del Naviglio Grande, e a metà del 1300 fu aggiunto il portale gotico e il rosone. In quel passaggio obbligato nella rete d’acqua del Lambro lungo il percorso verso Milano, alla chiesa si affiancò dal 1364 un ospedale per pellegrini, organizzato dall'eremita Pietro Franzoni di Tavernasco. La struttura romanica primitiva è una piccola aula coperta a tetto, terminante in una piccola abside semicircolare e la facciata è ornata da un ricco portale in cotto, dal rosone gotico a raggi intrecciati e dagli stemmi dei Visconti, di Milano e del cardinale Filargo da Candia, arcivescovo di Milano e futuro papa Alessandro V.
La più recente Cappella Ducale, ora riunita all'altra tanto da dare l'immagine di una chiesa a doppia navata, fu edificata lungo l'argine del naviglio nel 1400 secolo e dedicata al protettore degli infermi e degli appestati, San Cristoforo, per volere di Gian Galeazzo Visconti e dal popolo: per intercessione del Santo fu creduta di colpo conclusa nel 1399 una grave pestilenza che aveva fatto 20.000 vittime a Milano. Venne intitolata pure ai santi protettori dei Visconti: sulla facciata lo stemma col biscione di famiglia e quello del Comune con la croce rossa in campo bianco. Un semplice portale con 2 alte monofore gotiche ai suoi lati, accanto agli stemmi e a resti di affreschi. Le due monofore segnano il modello tipico delle chiese di Guiniforte Solari, come Santa Maria delle Grazie e San Bernardino delle Monache. In controfacciata, nello spazio tra le due monofore, un affresco su doppio registro, raffigurante una Madonna in trono fra santi, e una Crocefissione affine a quella in San Marco a Milano.
Il Campanile nella forma attuale è una soprelevazione del 1400 del campanile originale. L'interno, trasformato in due navate nel 1625 con l'abbattimento della parete che separava le due chiese, conserva le differenze. La navata sinistra ha soffitto di legno, parete con frammenti di affreschi della scuola del Bergognone e abside affrescata dalla scuola del Luini. La navata destra ha due campate con volte a crociera e pareti decorate da affreschi gotici; una parete ospita pregevole statua in legno del 1300 di San Cristoforo con Bambino.
Di sicuro una delle chiese più milanesi, per lo stretto legame coi Navigli, che la rende molto affascinante.

venerdì 8 agosto 2014

348. I me' passioon de sémper.

A Genoa fin ai set an, i me' passioon éren disegna' de per mi, doe che imaginavi famili intrég de giald, négher, rooss e bianc coi fioeu mis'ciaa-suu, e poeu mangia' el còno de ladmél spolveraa de canela, magara intan che caminavi ai giardinet con quel rumorin de gera sòta i scarp. 

I vacans al mar varéven per mi tut i conchili che catavi-suu in spiagia e tut i baci d'Alassio che me faseevi toeu al Bar Roma dai me' noni. 
Se séri in montagna me godévi la crescénsa de la Valsàssina e i fioor che catavi- suu in di praa. 
De quan che soon rivaa a Milan, in del rioon de Pòrta Vòlta m'è vegnuda la fissa de anda' a mangia' la prima voeulta in d'on "Ristorante Cinese": a Genoa ghe n'éra nò e a Milan ghe n'éra doma' vun pròpi in de nun, giraa l'angol. 
Al "Ming" me regòrdi anmò la me' prima supa col cugiaa de porcelana e el me' prim ris "alla Cantonese" con visin i "involtini primavera". 
E poeu in Paolo Sarpi me fasévi compagna' da la me' mama dal "Maggi" a toeu i pan de mei e magara ie mangiaom setaa giò al taol con la cicolata calda. 
Anca dess che voo per i cinquantòt, hoo conservaa certi gust che gh'évi de piscinin: la passioon per i gnoc al pesto, la cima genoésa, la pasqualina, el polaster a ròst coi patati e l'usmarin, tut i robb imboragiaa e el risòt giald. E anca la cotizza comasca, i gnoc de suca e la polénta taragna!!

domenica 3 agosto 2014

347. Appello di Samer Anabtawi pacifista palestinese su FB

"Ho notato alcuni commenti e canti inquietanti pronunciati ai raduni di solidarietà con Gaza. Tra questi, vi sono stati alcuni commenti contro gli israeliani, che li "invitano" a "tornare in Europa", paragonandoli ad "animali" che dovrebbero essere mandati al "macello".
Lasciatemi essere chiaro: queste sono voci marginali, NON SONO IN NOSTRO NOME! Non ho vissuto la maggior parte della mia vita sotto un'occupazione violenta e brutale perché poi un idiota venga ad equiparare la mia causa per la giustizia con l'orribile antisemitismo. La mia lotta per l'uguaglianza non è razzismo.
A chi osa pronunciare insulti anti-ebraici ai raduni di solidarietà, dico di trovare un altro posto dove scaricare la sua odiosa spazzatura. La mia gente sta soffrendo uno degli episodi più orrendi del Terrorismo di Stato per mano di Israele. Quando si deride la sofferenza degli Ebrei in Europa durante un raduno palestinese, prima di tutto si stanno insultando questi stessi palestinesi che si pretende di rappresentare, in quanto la persecuzione degli ebrei in Europa e la loro espropriazione non sono molto diverse da quello che i palestinesi sperimentano oggi.
Chi tenta di dirottare la nostra sofferenza per contaminare la nostra causa con l'odio, non è benvenuto tra noi, non parla per nessuno di noi. La nostra causa è la pace, la dignità, la libertà e la giustizia. Si tratta di una lotta per l'uguaglianza e la cittadinanza a pieno titolo, con tutto ciò che comporta nei diritti politici e civili. La nostra lotta per la giustizia non ha spazio per tali programmi razzisti e di strette vedute.
Invito ogni attivista presente alle nostre manifestazioni, che sia palestinese o no, ad isolare queste voci ed espellerle dalle nostre proteste. Gli antisemiti non ci appartengono e non sono in mezzo a noi."

venerdì 1 agosto 2014

346. VACANZA A MANHATTAN / ESTATE 2011

Vacanza a meta' luglio: sollievo, ansia e leggerezza. Nessun programma definito quest'anno ma solo biglietti aerei e prenotazione d'albergo in tasca da meta' aprile, con uno scalo rivelatosi inutile, a Lisbona. Dormirci una notte senza poterla minimamente visitare e' stato castrante, data la fama decantata da tutti. Comunque il suono della lingua portoghese e' stato per le mie orecchie un balsamo anche mentale, dopo 1 anno di lavoro e 2 ore e mezza di ritardo da Malpensa. Il volo finale e' appunto Lisbona-Newark: in altre parole si va a NewYork!
Dall'oblo', senza conoscere la rotta, vedo un mare ghiacciato, che potrebbe essere anche una distesa di nubi consistentissime, ma molto al di sotto della nostra quota. Dopo un pisolino intravvedo un cono vulcanico scurissimo emergente dall'oceano. Le attenzioni del personale portoghese di linea ci portano fino al punto in cui finalmente mi si presenta la costa lagunare della zona di N.Y.: di li' a poco l'atterraggio. Monorotaia e treno fino a Manhattan con l'impatto dei suoi grattacieli, ma soprattutto quelli pre-moderni mai visti in Italia, spessissimo in mattoni, con fregi e caratteristiche deco', neoclassiche e neogotiche. Alloggiati di fronte al Madison Square Garden, non perdiamo tempo per un giro veloce: da vedere Time Square col suo riverbero visuale e mentale da BladeRunner, grande film di fantascienza, e Chelsea per la sua atmosfera insieme godereccia e casereccia, dove con amici americani abbiamo pasteggiato una prima volta alla locale Cafeteria. Qui mi ritrovo, e non e' da me, a gustare un'insalatona deliziosa all'italiana, che pare inventata da me, a base di cavolo nero.
Il mattino dopo: Grand Central Station e' gia' un monumento, nodo multifunzionale, grandioso e prezioso, con l'ambiente piu' alto a volta dipinta di celeste con mappe astrali di gran suggestione, e specchi, marmi e luminarie deco' che riecheggiano la piu' bella fermata del metro' moscovita. Altro monumento meno originale ma pure d'impatto: la cattedrale cattolica di San Patrizio, neogotica, che pare un compendio del Duomo di Milano, di NotreDame di Parigi e dell'abbazia di Westminster.
Comunque, girando per l'isola, ci si rende conto da come l'architettura stessa spesso modifichi e accentui in modo sostanziale le prospettive orizzontali e verticali. Si gira e si capita per caso davanti a 2 luoghi cinematografici famosissimi, il locale gay "Stonewall " su cui fu costruito un film crudo, divertente, ma di denuncia civile su un famoso e brutto fatto di cronaca e repressione, e la gioielleria di "Colazione da Tiffany", film di culto con Audrey Hepburn.
CentralPark, vera riserva naturale che mostra come avrebbe potuto diventare il ParcoLambro di Milano: laghi, laghetti e stagni con anatre, scoiattoli e tartarughe d'acqua. La musica dell'acqua si mischia a quella di saxofoni e arpe cinesi. Vista solo la parte sud usciamo a vedere li' vicino un altro edificio storico di fama: il Paramount Building, quello delle Produzioni Cinematografiche, pregevolissimo e austero. Il clima estivo e' soffocante ma incrociamo tante piccole oasi verdi con panchine e ombra.

Attraversare il ponte di Brooklyn a piedi: la gran fatica e il gran caldo son ripagati dalla gran vista e dall'emozione. In questa citta' oltre ad apprezzare la varieta' della gente per strada e a valutarne la frenesia, ci si rende per forza conto delle abitudini locali: la popolarita' dei locali di cibo pronto da asporto porta un mucchio di persone a stare in giro anche nelle ore di punta con panini, piatti, fagotti e bicchieri in mano, ma pare non abbiano neppure il tempo di chiedere scusa quando ti urtano. Le mie narici hanno registrato come il profumo piu' diffuso per i marciapiedi di manhattan sia quello di peperoni grigliati e di spezie, proveniente dai baracchini seminati ovunque con pretzel, wurstel, frutta e spiedini. E sono pure evidenti i tombini fumanti come nei film, anche in pieno luglio, e le porte dei vari locali con l'apertura verso l'esterno. Giorno dopo giorno scopro che tutti gli edifici pubblici come Posta, Tribunale, Borsa, Municipio e Polizia siano in stile neoclassico con facciata a frontone. L'edificio del MoMA, museo d'arte moderna, e' ovviamente modernissimo: struttura affascinante, parte del Rockefeller Center, progettata e riprogettata da Goodwin, DurellStone e Taniguchi che ospita tra le piu' famose opere di pittura e scultura del '900, con uno squarcio prospettico centrale interno di gran suggestione.
Certo e' che la fatica di visitare Manhattan quasi esclusivamente a piedi ripaga con la percezione immediata e diretta di nevrosi e virtu' metropolitane: la varieta' di proposte ci permette un pranzo "sushi" al Rockefeller Center e una cena "genuinamente" americana.
Per un lungo fine-settimana tutto mare e natura a casa di conoscenti americani, ci si sveglia di buonora per un viaggio in treno, auto e traghetto fino a Fire Island, localita' unica: diversivo perfetto per eludere il sorpasso dei 100 gradi (farenheit) della citta'. Lasciando New York City in ferrovia si attraversano sobborghi e centri con costruzioni sempre piu' piccole e spesso vittoriane e poi per strada boschi e campagna con palazzine e casette tutte con tetti spioventi e tantissimo legno.
Dalla costa atlantica con 15 minuti di navigazione ecco l'isola, pedonale, con 2 soli empori, 2 soli alberghetti e tantissimi locali pubblici. Incamminandoci verso la casa l'impatto e' fantastico ed esotico: nonostante 2 mesi invernali nevosi, come del resto a New York, ora ci circondano cortine di bambu', felci e un bel po' di pini. Per il resto, vegetazione lussureggiante d'ogni tipo e provenienza, introdotta anche per sopperire alla morìa di pini autoctoni dovuta al tarlo asiatico. In questa sorta di giungla una rete di passerelle di legno collega una miriade di lotti di abitazioni piuttosto semplici tutte d'assi di legno prevalentemente grezzo e con tetti spioventi di tegole bituminose.
Nell'aria il cinguettio di vari volatili e i colori di tante farfalle, mentra la fauna terricola e' costituita da cervi e volpi: unico neo che arriva solo col vento dalla terraferma, un certo microtafano fastidiosissimo che attacca a frotte le persone soprattutto lungo le spiagge. Ma il caldo, non si fosse in mezzo al mare, sarebbe insopportabile: un piccolo paradiso comunque, con tanta gente "in mostra". Ma con gli altri ospiti della casa, tutti americani, c'e' stata una bella socializzazione.

Ultima settimana a New York: prima camminate senza meta e poi una faticata memorabile con la traversata verso sud di Manhattan per Liberty Island e Ellis Island, veri simboli degli U.S.A. Il viaggio e' breve ma preceduto da 2 ore di code per biglietteria, controlli ai raggi x e imbarco: bellissimi i panorami della baia e l'atmosfera nelle 2 isole. Il ritorno all'albergo a metà pomeriggio dopo altre code, con abbronzatura inaspettata e tante riflessioni sulle "loro" libertà, è un sollievo. Poi una lunghissima serata tra Chelsea e Hell's Kitchen con 2 diversi amici americani: con l'ultimo, ritrovato dopo 6 anni, molto poco "integrato", a parlare di Milano, del suo Alabama, della NewYork degli altri e di Amy Winehouse appena morta.
In un'unica giornata realizziamo 2 mete, Empire State Building e Museo Guggenheim. La prima inizia con controlli e code sfinenti come per le isole-simbolo per arrivare a 2 diversi livelli d'osservazione con viste impareggiabili anche da un 112° su città intera e baia. Dopo una vera pausa-pranzo raggiungiamo il Guggenheim, progettato dal grande Lloyd-Wright che è subito per me un incanto avendone già amate e studiate le forme razionaliste e moderniste insieme. Vederlo, visitarlo e apprezzarlo è stato emozionante: un'enorme rampa-scìvolo a chiocciola con arioso pozzo-atrio centrale di gran suggestione. Lungo le balconate ci sono le mostre personali e temporanee con opere di proprietà degli artisti, di collezioni private o di altri musei, mentre nelle diverse sale che si aprono sui pianerottoli dei vari livelli ci sono allestimenti semi-stabili con opere di proprietà del Museo o della Fondazione: Picasso, Lautrec, Rousseau, VanGhogh e tanti altri maestri a cavallo tra '800 e '900.
Rimandata all'ultimo giorno utile di questa vacanza la visita al Metropolitan Museum, per farla con l'amico newyorkese che teneva a vedere la mostra giustamente ospitata qui di Alexander McQueen, compianto stilista scozzese adottato da questa città, artista e "scultore" visionario. Ma per noialtri italiani è stata una sorpresa assoluta e una meraviglia trovare qui antichità mesopotamiche, egizie, cretesi, pittura del rinascimento e infinite altre epoche, assieme a innumerevoli opere notissime come "il pasto del cieco" di Picasso, "autoritratto con cappello di paglia" di VanGhogh e una giungla di Rousseau.
Oltre alle cose viste devo registrare pure certe persone conosciute o ritrovate in questa "feria oltreoceano": Richard, Randal, Chelsea e il suo fidanzato, e Rolando, languido per il trasloco imminente con la famiglia a Edimburgo.

A Manhattan delle varie religioni e provenienze della gente in circolazione si mostrano le sedi delle loro società benemerite, i diversi luoghi di culto come le tante chiese cristiane e l’imponente Sinagoga Shearith Israel, compatta, maestosa e sobrissima nella 8^ avenue. A queste mille razze, incroci e religioni corrispondono i segni nazionali, regionali e religiosi indossati dalla gente: sari, sarong, jalabia, kimono. Invece gli altrettanti copricapi possono essere addirittura l’unico segno distintivo: il turbante adulto e adolescenziale dei Sikh, i vari foulard, fazzoletti, reticelle, cuffia e velo di donne musulmane ed ebree e lo zucchetto degli uomini ebrei. Ho visto la kippah, cioè lo zucchetto, in 1000 fogge, materiali e dimensioni, come un piattino da caffè o grande come un basco, di cuoio, di stoffa o velluto ricamati, o intrecciata all’uncinetto come centrini. Di questi copricapi m’hanno colpito più degli altri il turbante adolescenziale sikh indossato però con la sua treccia in vista da un giovane adulto chiaramente gay, come pure la minuscola kippah arcobaleno all’uncinetto sfoggiata con orgoglio ebraico e gay da un uomo e imprevedibilmente da una donna!!
!!Proprio una bella vacanza!!

lunedì 28 luglio 2014

345. Domande per Benyamin Netanyahu sul quotidiano israeliano Ha'aretz...

Davvero Israele pensava che Hamas porgesse l'altra guancia? C'è qualcuno che può spiegare il motivo per cui l'assedio di Gaza, anche se parziale, continua? Di cosa esattamente dovrebbe vivere 1 milione e mezzo di persone? 
Per rispondere all'assassinio di 3 adolescenti israeliani sequestrati all'interno dei Territori, Israele s'è scatenato ad arrestare circa 500 palestinesi, compresi membri del parlamento e decine di prigionieri precedentemente liberati che non avevano alcun collegamento col rapimento. L'esercito ha terrorizzato tutta la West Bank con arresti di massa e retate, con l'obiettivo dichiarato era quello di "schiacciare Hamas".
traduzione inglese-italiano di estratto da articolo pubblicato da Gideon Levy giornalista israeliano ed ebreo il 10.07.14  su Ha’aretz 

martedì 22 luglio 2014

344. commento odierno a Gad Lerner

Speravo fosse una bufala ma poi ho trovato un articolo di tempo fa su Haaretz di Uri Blau, giornalista israeliano, che racconta d'un negozio di stampe su tessuti a sud di Tel Aviv sempre pieno di soldati, dove si trovano magliette e altro con stampe di simboli e slogan, anche su ordine: vista la maglietta "1 shot, 2 kills" che pare alluda all'abbattimento d'una donna incinta, "2 morti in 1colpo solo". 
Questa violenza razzista e ideologica a doppio senso, con cui anche certi Palestinesi per esempio festeggiano per le strade le morti violente molto rare degli ebrei, non mi toglie la convinzione che la cultura sanguinaria d'ambo le parti in conflitto non sia quella predominante ma solo quella più evidente perché galleggia come gli stron2i! 
Vabbe’ che i governanti Israeliani usano “combattere il Tèror Palestinese” passando sopra i diritti umani, e che si sa che i lanci di razzi dalla Gaza segregata dialogano regolarmente coi bombardamenti aerei di TelAviv su tutta la Palestina, ma questo ha provocato il lapsus esagerato del nostro italianissimo Roberto Festa che, parlando alla radio delle barche asiatiche cariche di clandestini in rotta verso l’Australia, racconta di un’intercettazione da parte delle “Autorità Israeliane” che hanno riportato gran parte dei passeggeri ai loro porti di partenza nel SudEst asiatico e nello Srilanka: ovviamente erano invece le “Autorità Australiane” che, in questo periodo di Governo di Destra in quel grande stato del Commonwealth, trattano come feccia da riconvogliare tutti i migranti, senza nemmeno distinguere i rifugiati politici dai poveri e dai disperati, distinzione che oltretutto e francamente non condivido, ma che dovrebbe salvaguardare certi diritti civili. 
Mi sa che sia proprio vero che “chi semina vento raccoglie tempesta”, anche in insulti e lapsus….
Io, a proposito di TerraSanta, mi trovo perfettamente d’accordo con Manuela Dviri, giornalista italo-istraeliana molto coraggiosa non certo esempio isolato in quello Stato: in questi ultimi giorni di odio quasi senza speranza lei dice di sperare che Nelson Mandela avesse ragione quando sosteneva che "L’essere umano non nasce odiando un'altra persona per il colore della sua pelle, per la sua cultura o per la sua religione. La gente deve imparare ad odiare, e se può imparare ad odiare, può apprendere ad amare, perché l'amore è più naturale per il cuore umano rispetto al suo opposto". 
Sono 2 società contrapposte e a contatto che dovrebbero essere rieducate, tirandosi dietro una gran massa di correligionarii rispettivi sparsi in tutto il mondo, che si sono rivelati capaci di combattersi spietatamente anche fuori patria, una patria che dovrebbe essere una sola, oltretutto condivisa con altri gruppi etnico-religiosi, come Cristiani varii e Drusi. 
Insomma i Coloni appoggiati dall’Esercito, e Hamas con la sua mafia non sono i 2 popoli: la maggioranza di Israeliani e Palestinesi, come sostengono quelli di http://yalayl.org/  sarebbe quella che aspira a una Pace Comune senza vendette.
compendio da wabesmemo.blogspot.it
ref.  http://yalayl.org/ 

mercoledì 9 luglio 2014

343. BASTA!!

Ya-La
"Basta sangue, basta dolore, basta violenza! Gli estremisti ci sfidano, ma dobbiamo ricordare che Noi siamo di più. Ecco il nostro messaggio forte e chiaro: BASTA! Noi vogliamo vivere insieme in pace!" 
Una generazione di giovani israeliani e palestinesi: questo movimento di giovani leader è nato per dotare le nuove generazioni del Medio Oriente di una voce-guida che ridia forma al loro futuro e al loro destino.

martedì 24 giugno 2014

342. Bambini da vedere al cinema

Evidentemente, in questi ultimi anni, il cinema francòfono impegnato s'è votato all'infanzia e alla gioventù con profitto intellettuale.
TomBoy: Céline Sciamma nel 2011 racconta di una maschietta che coglie l'occasione del trasloco con la famiglia in estate per ambientarsi nella nuova compagnia di amichetti assumendo un'identità maschile: io mi sono profondamente intenerito per il rapporto d'affetto e complicità delle 2 sorelle. Questo film svizzero mostra come ruoli sociali e sessuali imprescindibili complichino i nostri rapporti umani ma come una famiglia che si fa sorprendere da una figlioletta-maschiaccio di 10/11 anni può reagire in modo duro ma amorevole. Il tema trattato è una bella sfida! Il legame incantevole tra le 2 sorelline fa venire in mente tanti altri amori fraterni inesistenti o sbilanciatissimi.Qui trovo tutti i giovani attori, al massimo 11enni, veramente eccezionali: menzione speciale per la piccola "Jeanne".
Tutti per uno, Les mains en l'air, film francese di Romain Goupil contro il razzismo e la xenofobia, che per la fantastica resa recitativa, da parte di bambini e adulti, mi ricorda Segreti&Bugie. Nel 2067 arrivati alle soglie della vecchiaia, separati per sempre dopo un'amicizia amorosa preadolescenziale intensissima iniziata in una scuola ormai desueta del 2010, Milana e Blaise ricordano da 2 luoghi diversi. C'è la loro grande nostalgia reciproca e quella fuga con la loro banda, compiuta contro la politica di Sarkozy sull'immigrazione che doveva espellere Milana, cresciuta a Parigi.
Il ragazzo con la bicicletta, Le gamin au vélo, film belga di lingua francese dei fratelli D'Ardenne, racconta dell'infanzia incompresa e reclusa di Cyril che, rigettato definitivamente da suo padre, sceglie che la parrucchiera Samantha si occupi di lui e della sua bici: la donna sacrifica un amore per dedicarsi a lui, persino recuperandolo da una brutta compagnia. Un pugno nello stomaco, un calcio nel sedere e una carezza: queste le impressioni sullo spettatore, che poi sarei io. Una tenerezza discreta tra la donna e il bambino è l'evoluzione di un rapporto iniziato in una burrasca di compassione e ribellione.
Sister, L'enfant d'en haut, secondo film di Ursula Meier, con l'impronta dei Fratelli D'Ardenne e un cast importante. C'è Gillian Anderson, già star di X-Files, nei panni della turista e madre anglosassone. La protagonista Louise è Léa Seydoux, dell'85, della dinastia Pathé-Gaumont, epigona della Bardot e già vista in "Midnight in Paris" di Allen. Martin Compston dell'84, attore di Ken Loach, fa il cuoco inglese che entra "in affari" col giovanissimo protagonista 11enne Simon che Kacey Mottetklein, anche se 14enne, interpreta con un'immedesimazione più unica che rara. Questa storia socio-neorealista sul filo dell'ansia, per nulla edificante, su tenori di vita a contrasto e disagio sociale, è ambientata intorno al confine franco-svizzero tra una stazione sciistica chic e il suo fondovalle, e incentrata sul rapporto molto stretto, ma non certo specchiato e scontato, tra i fratelli Louise e Simon. . 
Tenerezza, incanto e disincanto accomunano i 4 film.
compendio da wabesmemo.blogspot.it

lunedì 23 giugno 2014

341. Monicelli e la sua eredità.

Parole senza speranza nel testamento intellettuale di Mario Monicelli: noi Italiani non siamo portati ad autogovernarci e un Mussolini che decideva per tutti ebbe un ventennio a disposizione per farci fare di tutto.
Ma mentre nelle storie vissute tempo addietro e raccontate nei suoi film sono sempre presenti rigurgiti di dignità, oggi non ce n'è più da nessuna parte, perché è proprio la generazione che è corrotta,
Ma per lui la speranza è una trappola inventata dai Padroni, una cosa infame inventata da chi comanda, una brutta parola da non usare, quella di chi vi dice che da Dio avrete il vostro riscatto nell’aldilà, stando buoni e zitti a pregare, rinunciando alle proteste tornandovene a casa: se siete precari fra 2 o 3 mesi vi ridaranno il posto.

lunedì 31 marzo 2014

340. Qualche tempo dopo il "Settimo Giorno"

Barzelletta Ebraica: Geniale!!

L'Eden è meraviglioso e la serenità ne è la regola, con l'unico difetto che non succede mai nulla e non c'è nessuno con cui far 2 parole. 
Eva vive beata ma prima di dormire, tutte le sere, si trova a desiderare una compagnia: così un giorno si confida con YHWH, cioè il Creatore, che prontamente la rassicura con la promessa di un "compagno", e poi le spiega che è "Una creatura un po' ottusa, facile preda del peccato e dell'aggressività, ma dotato di forza e robustezza, in grado di cacciare, pescare, far legna e coltivare, che ti farà divertire e chiacchierare, ma ti risparmierà grosse fatiche. Ma per averlo devi fare un patto con me". Eva Gli chiede di quel patto e YHWH risponde: "Dovrai assolutamente lasciargli credere che ho creato lui per primo!"
compendio da "Mosè ci ha portato nell'unico posto senza petrolio!" di Angelo Pezzana, pag.87 

martedì 7 gennaio 2014

339. B12 e Veganesimo!

In natura la sintesi della vitamina B12, o cobalamina, necessaria al metabolismo epatico, avviene solo ad opera di microrganismi, determinati batteri e pseudobatteri.
I cianobatteri come spirulina e klamath, affini alla clorofilla, producono invece la pseudoB12, inattiva per il fegato umano, mentre invece in certe alghe è presente vitamina B12 assorbita per simbiosi batterica.
Effettivamente certi batteri intestinali umani sintetizzano cobalamina, ma solo in tratti dove il suo assorbimento è scarso.
Sempre per l’origine batterica della vitamina B12, è ovvio che il lavaggio dei vegetali ve ne lascia una minima parte, insufficiente per le esigenze dell'organismo: per questo motivo i vegani, escludendo dalla loro alimentazione anche qualunque tipo di uova e latticini, dovrebbero integrare di vitamina B12 il loro vitto.
Comunque la parkia speciosa, leguminosa fabacea semiselvatica, è ad alto contenuto di vitamine B12 e B6 che aiutano anche a riequilibrare il sistema nervoso, e mangiata cruda, come si fa con fave e lupini, pare abbassi il livello glicemico.
compendio condensatissimo da varii siti e documenti