sabato 31 ottobre 2009

038. e doce morrer no mar

E doce morrer no mar
Nas ondas verdes do mar

Saveiro partiu de noite foi
Madrugada nao voltou
O marinheiro bonito sereia do mar levou
E doce morrer no mar
Nas ondas verdes do mar

Nas ondas verdes do mar meu bem
Ele se foi afogar
Fez sua cama de novo no colo de Iemanja
E doce morrer no mar
Nas ondas verdes do mar meu bem
E doce morrer no mar
Nas ondas verdes do mar meu bem

(dori caymmi per cesària évora)

037. Ricetta russa di Insalata Russa

in una coppa individuale da macedonia, riunire all'ultimo momento:

tre cucchiaiate di insalata russa
una cucchiaiata scarsa di minuscoli dadini di barbabietola cotta
una cucchiaiata scarsa di minuscoli dadini di manzo bollito o cotto
un cucchiaino di senape aromatica scura

amalgamare con cura

036. San Satiro: da vedere a Milano ASSOLUTAMENTE!!

Basilica di San Satiro, in via Torino.

Intorno al sacello di San Satiro, fatto costruire dal vescovo Ansperto nell'879 circa, fu edificata la chiesa di Santa Maria tra il 1476 e il 1482 per custodire un'icona miracolosa: committente il duca Galeazzo Maria Sforza e progettista, secondo alcuni, un giovane artista marchigiano, nientemeno che Donato Bramante.

In un'area di piccole dimensioni, sorse un edificio di respiro veramente monumentale: tre navate, la centrale coperta da una volta a botte, con una cupola emisferica all'incrocio con il transetto, su un modello di LeonBattista Alberti.

Il vero colpo di genio è però la soluzione del presbiterio e dell'àbside: non potendo concludere l'edificio con un quarto braccio per la presenza di una strada assai frequentata, fu fatto costruire un finto spazio in prospettiva, con una volta in stucco, profondo meno di un metro, ma in grado di suggerire una profondità molto maggiore, vero antesignano di tutti gli esempi di trompeloeil successivi, anche se in realtà si tratta di un esempio di 'stiacciato' trasferito dalla scultura all'architettura.

giovedì 29 ottobre 2009

035. Ricetta di Insalata Caravella.

in una ciotola individuale da macedonia radunare:

due grosse cucciaiate di guacamole fresco
quattro pomodorini datterini a pezzi
quattro bocconcini di mozzarella a spicchi
una cucchiaiata scarsa di peperone giallo a striscioline
una cucchiaiata scarsa di peperone rosso a striscioline

mescolare tutto con cura e delicatezza.

martedì 20 ottobre 2009

034. i Còsmati

La famiglia romana dei Còsmati produsse quattro generazioni di abili artisti: se ne ricordano sette tra architetti, scultori e mosaicisti.

Al loro nome è legato indissolubilmente lo Stile Cosmatesco, basato su una particolare realizzazione dell'opus sectile, o intarsio marmoreo.

Questo stile si caratterizza per l'inserimento e l'incastonatura di minute tarsie triangolari e rettangolari di pietre e vetri colorati, in supporti e superfici di pietra o marmo.

Ne è schema tipico l'alternanza di fasce, pannelli e intricati inserti musivi a contrasto, ma pure di spirali, bulinature e semplici sagome di marmo bianco.

In stile cosmatesco si realizzarono rivestimenti murali, pavimentazioni, colonne e portali e le decorazioni di ciborii e chiostri, ma anche di arredi marmorei fissi quali troni, altari, pulpiti, edicole e baldacchini.

Di questa dinastia artigiana attiva a partire dalla fine del XII fino all'inizio del XIV secolo in Italia e in particolare a Roma e nel Lazio, capostipite fu Lorenzo (Laurentius), marmista nativo di Anagni, che si ispirò inizialmente all'arte ravennate di derivazione bizantina e prese anche spunto, per alcune minute forme impiegate nella composizione, da motivi islamici appresi da ambiente siciliano.

Ma l'opera cosmatesca si ritrova anche fuori dai confini della penisola, nel pavimento del sacrario di sant'Edoardo il Confessore all'interno dell'Abbazia di Westminster in Inghilterra.

Le opere della famiglia furono firmate di volta in volta, oltre che da Lorenzo, da due differenti artisti di nome Jacopo (Jacobus), da Cosimo, da Luca, da Deodato (Adeodatus) e da Giovanni (Johannes).

Un gran numero di lavori anonimi, eseguiti da membri e allievi della famiglia Cosmati e da loro epigoni si ritrovano sparsi per Roma: altari, cori, amboni, baldacchini, monumenti tombali e portaceri pasquali, tutti caratterizzati da quei distintivi e brillanti tratti decorativi.

La prima opera conosciuta fu per una chiesa a Fabieri ma i loro capolavori si trovano ad Anagni, Subiaco e Roma.

I principali siti della Capitale sono: Santa Balbina, Santa Maria in Aracoeli, Santa Maria Maggiore, Santa Maria sopra Minerva, Santa Maria in Cosmedin, San Clemente, San Jacopo alla Lungara, San Lorenzo fuori le Mura, San Tommaso in Formis e il Sancta Sanctorum al Laterano.

Oltre all'arte decorativa, dei Cosmati troviamo anche vere e proprie composizioni pittoriche a mosaico, e sculture notevoli come le figure giacenti effigiate su tombe dell'Aracoeli e i due angeli del ricco altare scolpito di San Cesareo.

Diversi lavori di Arnolfo di Cambio documentano una sua stretta collaborazione e persino una comunione artistica coi Cosmati, il cui stile, oltretutto, va considerato di ambito romanico, sebbene non pochi edifici gotici siano stati, a diversi livelli, decorati da questi artisti di cui, qui di seguito, un elenco cronologico.



· Lorenzo Cosmati (opere 1190–1210)

· Jacopo Cosmati (op.1025 e 1210)

· Cosimo Cosmati (op.1210-1235)

· Luca Cosmati (op.1221-1240)

· Jacopo Cosmati (op.1213-1293)

· Deodato Cosmati (op.1225-1303)

· Giovanni Cosmati (op.1231-1235)

033. che mi dici?

fa freddo
domani piove
mi prude il naso
mi bevo un tè
ho sonno


(anonimo)

lunedì 19 ottobre 2009

032. LETTURE RACCOMANDATE


DIVERTIRSI DA MORIRE
di Neil Postman
preconizzava l'involuzione cultural-mediatica in atto oggi

1984
di George Orwell
preconizzava l'involuzione cripto-autoritaria in atto oggi

venerdì 16 ottobre 2009

031. boccadirosa 2 / la vendetta

Lo chiamavano Bocca Mafiosa
portava l'amore portava l'amore
lo chiamavano Bocca Mafiosa
portava le gnocche a Villa Certosa
appena egli scese in campo
contro le forze della sinistra
tutti si accorsero in un lampo
che era un colluso ed un piazzista
chi fa politica per un ideale
chi se la sceglie per professione
Bocca Mafiosa né l'uno né l'altro
lui per scampare alla prigione
ma la passione spesso conduce
a soddisfare le proprie voglie
a frequentare le minorenni
fino a tradire la propria moglie
e fu così che da un giorno all'altro
Bocca Mafiosa subì l'affondo
degli scoop de La Repubblica
e dei giornali di tutto il mondo
ma tutti gli uomini del Presidente
con una strategia surrettizia
sui tg e nelle televisioni
non diffondevano la notizia.
Si sa che la gente mantiene il silenzio
come Mills fece per l'assistito
si sa che la gente mantiene il silenzio
se tale silenzio è retribuito
così una escort mai stata ministra
che le parole del premier registra
si recò alla procura di Bari
a testimoniare sui loschi affari
e rivolgendosi al Cavaliere
e all'avvocato suo faccendiere
disse "le cose che ho rivelato
saran valutate da un magistrato"
e quelli andarono da "Il Giornale"
e rilasciarono un'intervista:
"quella schifosa c'ha qualche mandante
sicuramente un comunista"
"E arrivarono a diffamarmi
questi cosacchi questi cosacchi
se qualcuno vuole incastrarmi
risponderò con le mie armi"
il senso etico non è una dote
di cui sian colmi i politicanti
ma quella volta a difendere Silvio
non si schierarono tutti quanti.
Dietro al suo culo c'erano tutti
Minzolini, Fede, Gasparri
con una lingua talmente asciutta
che sembravano dei ramarri
ad osannare chi da trent'anni
con le sue imprese, con le sue imprese
ad osannare chi da trent'anni
condiziona tutto il paese
c'era un cartello giallo
con una scritta nera
diceva "candidami alle europee
te la do se mi fai far carriera".
ma gli scandali di Berlusconi
che siano tangenti o che sian condoni
nella Repubblica delle Banane
durano solo due settimane
e all'occasione successiva
con altre zoccole si divertiva
chi ebbe un lavoro chi ebbe una spilla
lui solo in mezzo a tante Brambilla
persino il parroco lo disprezza
per la sua lotta all'immigrazione
lo spot effimero della monnezza
il nucleare, la sicurezza
e con Obama neopresidente
inevitabile è il paragone
a loro un giovane vincente
a noi un maniaco col pannolone!

(tony troja/f.de andrè)

mercoledì 7 ottobre 2009

030. Mercedes Sosa, la vita del passero libero.

http://wabesmemo.blogspot.com/2009/10/038-muore-mercedes-sosa-nota.html
Mercedes Sosa, nata a San Miguel de Tucumán il 9 luglio1935, è morta a Buenos Aires il 4 ottobre scorso. Popolare cantante argentina, simbolo della sua terra e della lotta per la pace e i diritti civili contro la dittatura, si definiva "cantora popular". È conosciuta anche con il soprannome di La Negra.
Di famiglia povera, si appassiona fin dall'adolescenza alle danze popolari e nell 'ottobre 1950 partecipa, vincendo, a una manifestazione canora radiofonica a Tucumán.
Nel 1960 fa parte del Movimiento del Nuevo Cancionero, una corrente sorta nella provincia di Mendoza, che intende rinnovare la canzone popolare, rappresentando la vita quotidiana argentina.
L'album "El grido de la tierra" contiene il celebre inno Cancion con todos, una canzone di speranza per tutto il Sudamerica. Nel 1971 esce anche "Homenaje a Violeta Parra", in cui canta numerose canzoni della famosa cantante cilena, fra cui la celeberrima Gracias a la vida. In un film di Leopoldo Torre Nilsson, La tierra en armas, interpreta l’eroina peruviana Juana Azurduy.
Nel 1972, nonostante gli attacchi dei militari, esce Hasta la victoria, un album con canzoni di chiaro contenuto sociale e politico e Cantata Sudamericana, con musica di Ariel Ramírez e versi di Félix Luna.
Tra gli altri nel 1976 esce Mercedes Sosa con i contributi dei poeti Víctor Jara, Pablo Neruda, Alicia Maguiña e Ignacio Villa e nel 1977 rende omaggio a uno dei maggiori cantanti popolari argentini con "Mercedes Sosa interpreta Atahualpa Yupanqui".
Con l’instaurazione della dittatura militare la sua musica di denuncia inizia ad essere invisa ai militari: dapprima vittima della censura, poi arrestata a un concerto a La Plata e nel 1979 costretta all'esilio. Prima a Parigi e poi a Madrid, dedica molti brani alla sua patria e alla speranza per gli argentini, Torna in Argentina il 18 febbraio 1982, alla vigilia della caduta del regime e si esibisce tredici volte al Teatro dell'Opera di Buenos Aires, accompagnata da musicisti rock Leòn Gieco e Charly Garcìa iniziando sempre con il brano Todavia cantamos, un inno alla resistenza e alla speranza. Il ritorno alla democrazia coincide con il successo discografico del live Mercedes Sosa en Argentina dallo Stadio Ferro Carril Oeste. Lo spettacolo diventerà poi parte del documentario a lei dedicato, Como un Pàjaro libre, che darà il nome ad un omonimo album. Mercedes Sosa diventa il simbolo della resistenza e della speranza e nel 1984 realizza lo storico spettacolo Corazòn.
Nel 1988 realizza il tour Three Voices (recentemente rilasciato sull'omonimo DVD), assieme a Joan Baez e al cantautore tedesco Konstantin Wecker. In quel tour spicca l'indimenticabile duetto di Gracias a la vida,di Violeta Parra che Mercedes e la Baez avevano già inciso separatamente.
Nel marzo 1997, Mercedes Sosa rappresenta l’America Latina e le isole caraibiche, in veste di Vice Presidente della Commissione per la stesura della Carta della Terra, documento per la Tutela dell’Ambiente equivalente alla Carta dei Diritti Umani.
Dopo lunga altalena di successi e periodi di malattie anche gravissime, si riprende e nel 2005 incide diversi album.
Nel 2009 esce l'album doppio Cantora - Un viaje intimo, un album-tributo di duetti in cui Mercedes è affiancata dai principali artisti del Sudamerica, fra cui Shakira, Lila Downs, Julieta Venegas, Caetano Veloso e molti altri.
L'album è in corsa per i Latin Grammy Awards.
Il 4 ottobre 2009 viene pubblicato dalla sua famiglia un messaggio che ne annuncia la morte a 74 anni, durante una degenza in ospedale per una disfunzione renale.
Il governo argentino in occasione della scomparsa della cantora ha emanato il decreto 1402/2009 nel quale sottolinea che la carriera di Mercedes Sosa fu sempre di grande impegno sociale, dimostrato con lo spirito di solidarietà, l'onestà intellettuale, l'impegno artistico, laferrea difesa dei diritti umani e delle giuste cause per cui fu perseguitata dalla dittatura, dichiarando lutto nazionale per il periodo di tre giorni a partire dal 4 ottobre. Migliaia di persone le hanno reso omaggio, nella camera ardente allestita nel palazzo del Congresso argentino. fra cui la presidente Cristina Fernández de Kirchner, l'ex presidente Néstor Kirchner, Diego Armando Maradona. Fra i molti messaggi di cordoglio anche quello del presidente venezuelano Hugo Chavez.

lunedì 5 ottobre 2009

029. Ricetta di Ciambella (di mandorle, fichi e cioccolato)

raffinatissima servita con un bicchierino di sherry secco, di apfelsaft o di birra, scura o chiara che sia.

500 g di fichi
200 gr di mandorle ridotte in granella
180 gr di cioccolato fondente
50gr di zucchero a velo
10gr di spezia "saporita" o cannella/nocemoscata
5 uova
50 gr di fecola di patate
5 gr di lievito vanigliato in polvere
Burro o Ghee
Un limone non trattato

Lavate 350 gr di fichi, asciugateli, eliminate il picciolo e tritateli grossolanamente. Mettete le uova in una ciotola con zucchero a velo e spezia e montate con le fruste elettriche per 5 minuti o fino ad ottenere un composto molto gonfio, chiaro e spumoso.Mescolate la granella di mandorle in un’altra ciotola con il cioccolato tritato fine, la scorza di limone grattata, la fecola, i fichi tritati e il lievito setacciato. Aggiungetelo poco alla volta al mix di uova e zucchero e mescolate molto delicatamente dal basso verso l’alto per non smontare il composto. Versate l’impasto ottenuto in uno stampo a ciambella imburrato, tagliate i fichi rimasti a fette, disponeteli sulla superficie del dolce e cuocete la torta in forno già caldo a 180 ° per 40 minuti. Sformate la ciambella e lasciatela raffreddare completamente prima di servirla.
"Ghee" è il burro chiarificato usato in Oriente
"Saporita" è un composto di noce moscata, macis, chiodo di garofano, cannella e coriandolo.

domenica 4 ottobre 2009

028. non viviamo in un regime ma in un reame

Ci sono due modi per spegnere lo spirito di una civiltà.

Nel primo la cultura diventa una prigione.

Nel secondo diventa una farsa.

Nell’era della tecnologia avanzata, la devastazione spirituale viene più probabilmente da un nemico col sorriso sulle labbra che da uno il cui comportamento ispira odio e sospetto.

Non c’è bisogno di carcerieri, cancelli, lager.

Quando una popolazione è distratta da cose superficiali, quando la vita culturale è diventata un eterno circo di divertimenti, quando ogni discorso serio si trasforma in un balbettio infantile, quando, in breve, un intero popolo si trasforma in spettatore e ogni affare pubblico in vaudeville, allora la nazione è in pericolo: la morte della cultura è chiaramente una possibilità.

(Neil Postman: Divertirsi da morire)