martedì 28 febbraio 2012

244. "Eroe No-Tav? No, un cretinetti!"

compendio da Sallusti su "il Giornale" 28.02.2012
Luca Abbà ha fatto il bullo ed è caduto da un traliccio dell'alta tensione in val Susa. Folgorato da una scossa, ora è in coma. Ma per gli antagonisti è già un eroe. Si era arrampicato per protesta. Morale: fratture e ustioni in tutto il corpo più un coro di solidarietà dei novelli rivoluzionari al quale onestamente non ci sentiamo di aderire. Non è un eroe, è uno che mette in pratica cose cretine ed illegali. Nel caso c'è pure l'aggravante dell'età, 37 anni, che rende il tutto pure patetico. Abbà è vittima di se stesso ma non l'unico responsabile della sua autodistruzione. A soffiare sul fuoco della protesta il lungo elenco di cattivi maestri, intellettuali, ex comici, politici con e senza orecchino che giocano con le parole e ora, senza nulla rischiare, pure con la vita degli altri.

domenica 26 febbraio 2012

243. Mills: per S.B. prescrizione, non assoluzione vera!

Di Pietro (Idv): "L'ha scampata anche stavolta"
"Ancora una volta la prescrizione salva S.B. dalle sue responsabilità. Resta, però, il fatto obiettivo che i giudici, anche in esito al dibattimento, non hanno potuto procedere all'assoluzione 'per non aver commesso il fatto' perché, evidentemente, il fatto l'ha commesso eccome". Lo afferma il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. "Solo che, anche oggi, come altre volte, tra un rinvio e l'altro, Berlusconi è riuscito a tirarla così alla lunga da scamparla. Un comportamento, questo, che di regola appartiene ai delinquenti comuni ma, in questo caso, prendiamo atto che si tratta di una persona che era presidente del Consiglio e che si adoperava anche per far fare leggi che riducessero i tempi della prescrizione", conclude.

venerdì 24 febbraio 2012

242. Bufala in rete su Messa allucinogena.

Interviene l'Arcidiocesi di Campobasso per dire che la Chiesa del Santo Spirito non esiste, e lo stesso Vescovo ha tacciato il sito di "un chiaro attacco verso la Chiesa Cattolica".compendio da una bufala di www.abruzzo24ore.it

Al di là delle prese di posizione esiste, però, un problema serio nell'informazione web: l'attendibilità della notizia.

Normale messa domenicale in una qualsiasi parrocchia e poi all'improvviso il caos: questo è quanto è accaduto domenica 19 febbraio nella chiesa del SantoSpirito di Campobasso.
Era tutto come in mille altre funzioni, ma al momento dell'eucarestia tutti i presenti, dopo aver ingerito le ostie, si sono letteralmente scatenati.
C'era chi sosteneva di vedere il proprio santo prediletto, chi in balia di visioni infernali abbracciava il crocifisso, chi rubava il calice del vino al prete, che s'è addirittura visto costretto a nascondersi in confessionale per 2 vecchine che lo prendevano a borsettate dandogli del demonio. Lo stesso celebrante, approfittando della bolgia è riuscito poi, dalla sagrestia, a chiamare le forze dell'ordine che sono riuscite a sgomberare l'edificio, nonostante la guerriglia dei fedeli, convinti che i poliziotti fossero "cavalieri dell'apocalisse".
La polizia scientifica ha poi spiegato quel comportamento collettivo con l'ergotismo, intossicazione alimentare acuta data da farine di cereali contenenti gli sclerozi della segale cornuta, il principio di base dell'LSD.
Infatti la farina usata per quelle ostie doveva essere infetta e allucinogena: l'effetto di questa droga sopravviene in meno di un minuto, quando assunta in quella forma.

martedì 21 febbraio 2012

241. Brillante sentenza anche secondo Gabriella!!

compendio da Linda Chiaromonte su IlManifesto 19.2.12
E’ un successo importante la sentenza del 13 febbraio del tribunale di Reggio Emilia, dopo la 138 del 2011 della Corte Costituzionale che ha riconosciuto alle coppie dello stesso sesso il diritto di vivere liberamente come coppia col diritto all'unità della famiglia. E’ stato accolto il ricorso sostenuto dall'associazione radicale Certi Diritti e presentato da Giulia Perin, dell'Asgi (Associazione studi giuridici sull'immigrazione), per una coppia omosessuale sposata in Spagna, al diniego della questura della città emiliana al ricongiungimento familiare e al permesso di soggiorno per il compagno di origini uruguayane. Si è fatta leva sull'applicazione della norma per la libera circolazione dei cittadini in Europa, valida anche per i familiari dei comunitari. È la prima volta in Italia, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, che viene riconosciuto il diritto a 2 persone dello stesso sesso di vivere insieme in un paese senza riconoscimento del loro matrimonio spagnolo. Lo straniero, considerato familiare, potrà vivere a ReggioEmilia col suo compagno, senza rischiare il rimpatrio. «È il primo tassello di una battaglia che ha l'obiettivo di spingere il governo a legiferare sulle unioni civili e in generale sul diritto di famiglia compiendo una riforma complessiva - dice Gabriella Friso, da 10 anni responsabile dell'ufficio Diritti dell'associazione Les Cultures di Lecco e dal 2010 nel direttivo di Certi Diritti -. Questa sentenza apre un dibattito per l'Italia, fanalino di coda in Europa». L'Ue si è data delle normative valide per tutti gli stati, fra cui la libera circolazione dei cittadini. Altre sono di appannaggio di ogni singolo stato, come il diritto di famiglia. La linea non è stata quella della richiesta di riconoscimento del matrimonio, che avrebbe incontrato sicura bocciatura oltre ad essere materia governativa, ma del diritto di libera circolazione e della discriminazione verso lo straniero per il rifiuto del permesso di soggiorno. Considerare un familiare il coniuge, pur nell'assenza del riconoscimento dell'istituto del matrimonio spagnolo, ha portato all’accoglimento. E’ una causa-pilota su materia ancora inesplorata. Gabriella Friso è convinta sia necessario far emergere contraddizioni e discriminazioni risultato delle unioni civili non riconosciute fra persone dello stesso sesso: «Per lo Stato riconoscere il compagno come familiare significa dare un duro colpo all'omofobia e iniziare un cammino sul lungo percorso del cambio di cultura. Ora si aprono le porte a una serie di iniziative volte a consolidare questo brillante risultato».

lunedì 20 febbraio 2012

240. GrandeMistero

di Davide VanDeSfroos - Sanremo 2012

Continuerà a domandarlo il merlo picchiando la grondaia
Col becco sfoderato che è l’unica sua spada
Notte, notte, perché ci abbracci tutti?
E sembra che alla fine poi non ci guardi mai…
E lo dirà perfino il gatto nero che dorme sopra un frigo
Nel campo dei rifiuti tra i fiori calpestati
Onda, onda, perché riporti tutto?
E con un colpo solo tutto riprenderai…
Lune a dondolo io ne ho cavalcate su strade proibite
E sotto il rasoio dei giorni di cose ne ho perse
ma monete di sole io ne ho messe in tasca
E palle di ghiaccio, colpite di testa!
Ma questo boato che ho sotto il respiro
Rimane il mio grande grande mistero eh yeh…
Lo capirai guardando il pipistrello che cerca il suo tragitto
Sotto un lampione rotto con curve che non sai
Buio, buio, perché mi hai quasi preso?
Ma appena io mi arrendo tu dopo te ne vai…
Ricorderai gomitoli di nubi e fili di una pioggia
Caduta qui per sbaglio sopra il vecchio cancello
Vento, vento, ti attacchi a questi rami
Ti mescoli ai sospiri e poi li ruberai…
Lune a dondolo io ne ho cavalcate su strade proibite
E sotto il rasoio dei giorni di cose ne ho perse
ma monete di sole io ne ho messe in tasca
E palle di ghiaccio, colpite di testa!
Ma questo boato che ho sotto il respiro
Rimane il mio grande grande mistero eh yeh…

mercoledì 15 febbraio 2012

239. "Ho fatto un altro sogno"

Martedì 14 Febbraio 2012
Sognavo una Polizia diversa di come poi l'ho conosciuta negli ultimi anni. Tentai, insieme ad altri, di cambiarla aderendo al “movimento” che costituimmo in gran segreto. Poi, quando ottenemmo la smilitarizzazione, formammo il Sindacato e assunsi anche incarichi dirigenziali. Ma, ahimè, in tutti questi anni di smilitarizzazione noto scarsi risultati nel cambiamento che noi tutti auspicavamo, ovvero avere una Polizia tra le gente e per la gente. Sognavamo un diverso approccio con i manifestanti, non utilizzando il manganello o essere meno “interventisti” su taluni impieghi decisamente opinabili e che di certo non erano quelli auspicati dal “movimento”.
Non avrei voluto vedere come lo scorso ottobre/dicembre gli scontri di Roma, ove un nutrito gruppetto di black bloc, mise a ferro a fuoco le vie della Capitale. E, come spesso accade, nessuno si assunse la responsabilità dei gravi fatti, mentre era dovere del Ministro dell'Interno assicurare la libertà di manifestare pacificamente e non che Roma divenisse campo di battaglia. I black bloc, andavano fermati in tempo, attraverso l'opera di prevenzione, che nei fatti di Roma è mancata. Forse, è stato sottovaluto il pericolo o peggio “distrattamente” voluto che tutto ciò accadesse.
No! Non era questa la Polizia che sognavo e la mia, la nostra visione del poliziotto era un'altra: assicurare a tutti la libertà di manifestare pacificamente. Interloquire con maestranze, studenti e manifestanti, per concordare all'unisono un piano di svolgimento pacifico delle manifestazione e perché no! Insieme a loro ricercare ed espellere dalle manifestazioni i promotori di violenza.
No! Non volevo vedere gli scontri di Roma che, mi hanno riportato nei miei primi anni di poliziotto, quando in più occasioni fui coinvolto negli scontri tra operai della Fiat a Torino e poi coi portuali di Genova: quanti cubetti di porfido mi lanciarono addosso o gli sputi in faccia, per non parlare di Genova ove alcuni miei colleghi, furono letteralmente arpionati e gettati nella fontana nella piazza di Genova.
Avevo da poco compiuto vent'anni e proprio da quegli scontri, nacque in me la necessità di aver un diverso rapporto con gli scioperanti, talchè nonostante gli scontri, io stavo dalla parte degli operai.
Poi, quando divenni adulto ed ecco la prospettiva di formare un “movimento” per cambiare dall'interno la forma mentis di tanti. All'inizio, noi del movimento fummo, schedati, pedinati e qualcuno pagò duramente per il profuso impegno. Ma, quando Cossiga ci diede la libertà di poter esprimere i nostri ideali, cominciammo a fare “comizi” e confronti all'interno delle fabbriche e nelle scuole. Portammo, finalmente la Polizia tra la gente. In un'assemblea di fabbrica, ricordo l'acredine e diffidenza che un operaio aveva espresso verso di me che stavo parlando: riuscii alla fine, dopo uno scambio di opinione a convenire sul cambiamento reciproco. Noi riuscii, invece, a convincere un senatore della DC, che dissenziente, abbandonò per protesta la sala Consiliare del Comune ove mi cimentavo come oratore.
Non era questa la Polizia che sognavo; mai avrei immaginato di assistere alla destituzione dalla Polizia di Stato, di un funzionario di Polizia per motivi che esulano il servizio. L'averlo destituito non ha giovato all'immagine stessa della Polizia, soprattutto per le motivazione addotte: ritengo sia stato un grave errore. Sto parlando di Gioacchino Genchi, espulso dalla Polizia di Stato, per volere di un uomo politico, ovvero Silvio Berlusconi, risentito da una presunta offesa rivolta alla sua persona. Le motivazioni della destituzione sono davvero risibili: "Ha continuato pervicacemente, con ostentata pertinacia (...) a porre in essere un comportamento fortemente scorretto in assoluto contrasto con i doveri che ogni appartenente all'amministrazione della polizia di Stato solennemente assume con il giuramento all'atto della nomina". Così recita il provvedimento di destituzione: "Ha fatto delle dichiarazioni dal contenuto gravemente lesivo del prestigio di organi e istituzioni dello Stato, arrecando in tal modo disdoro all'immagine e all'onore dell'amministrazione di appartenenza".
Su questa presunta offesa ci sarebbe molto da disquisire, se si pensa a tutte le offese poste in essere dal citato uomo politico e rivolte ai Magistrati, con l'assordante silenzio degli uomini delle Istituzioni che sarebbero dovuti intervenire. O se vogliamo ricordare alcuni appartenenti alla Polizia di Stato che con condanne passate ingiudicate, hanno arrecato disdoro all'immagine della Polizia.
Comunque auspico, un rapporto proficuo intenso e collaborativo tra Polizia e organizzazioni studentesche e mondo del lavoro, affinchè tutti possano manifestare in libertà e senza violenze.
In buona sostanza una Polizia al servizio del cittadino!
di Pippo Giordano
Movimento Agende Rosse - http://www.19luglio1992.com/

martedì 14 febbraio 2012

238. "Un-ministro-dovrebbe-parlare-da-ministro" da blogsicilia.it

di Pippo Giordano 23 giugno 2010 -
“Ci sono grosso modo 10 milioni di persone disposte a battersi per la Padania, vuol dire che la Padania esiste. Non c’è uno Stato padano, ma la Padania esiste“.
Questa è l’ultima eclatante sortita del Senatur della Lega Nord, Umberto Bossi.
Due sole domande spontanee, secche e dirette all’Onorevole:
E gli altri 50 milioni 367 mila di Italiani, quel giorno che lei deciderà, insieme alle sue truppe pontidiane, di battersi per la Padania, dove andranno al mare o in montagna?
O forse rimarranno a giocare a tressette o a scala quaranta, oppure a guardare la televisione italiana oramai imbavagliata da una legge sulle intercettazioni, che potrebbe essere presto emendata?
Oh! come siamo ridotti: siamo alla frutta! Se un ministro della Repubblica, che ha giurato fedeltà sulla Carta Costituzionale, fa delle affermazioni del genere, ditemi voi cosa ci riserva il futuro.
In linea di principio, sono d’accordo che la nostra Repubblica possa essere riformata in senso federalista, ma la sua riforma deve avvenire con gli strumenti messi a disposizione della collaudata democraticità del Popolo italiano.
E giova qui ricordare che sussulti golpisti di “delorenziana” memoria e progetti piduisti sono stati rintuzzati in quell’antro buio, del quale il dotto Dante ha descritto egregiamente.
È perfettamente inutile lagnarsi ogni giorno che nel nostro Paese non ci siano garanzie Costituzionali: le continue esternazioni d’impotenza avviluppano la mente e non fanno vedere al di là del proprio naso.
Ma, affinché in Italia possa avvenire la riforma della Carta Costituzionale, occorre seguire specifici percorsi normativi già esistenti.
E sarebbe inutile specificarlo, ma poiché sembra che qualcuno, facendo lo gnorri, se ne dimentica, in Italia esiste una sola sede deputata ad emendare le leggi, ed è il Parlamento, sovrano della volontà del Popolo. Non ci sono né scorciatoie né altri percorsi diversi dall’iter costituzionale.
Poi, se a qualcuno non piace, ebbene, esiste il trattato di Schengen; può benissimo emigrare per altri lidi e rimanerci: non occorre neanche il passaporto, anzi non effettuano nemmeno i controlli e quindi può esportare capitali, tanto poi ci penserà Tremonti a farli rientrare.
Ritornando sulle esternazioni di Bossi, capisco la folcloristica scena mediatica dell’ampolla, del diniego di Bossi junior di non riconoscere il Tricolore o di Zaia di non annettere l’inno di Mameli, ma un ministro dovrebbe parlare da ministro.
Se vuol fare dichiarazione in contrasto con la Carta Costituzionale, si dimetta e faccia attività specifica.





lunedì 13 febbraio 2012

237. Bisogna far qualcosa / These boots Rmade 4walking

Se io potessi farei qualcosa in più
ma qualcosa che dico io
una pastiglia da far prendere alla gente
che fa renda tutta quanta sorridente
Eh… bisogna far qualcosa
perche non si può più
guardali tutti li con quelle facce sempre giù
/
L’autostrada che va verso il mare
ma quale mare e una raffineria
si va via solo per ritornare
con addosso qualche nuova malattia
Bisogna far qualcosa
perché così non va
non ci si vive più
con quelle facce sempre giù
/
Son vent’anni ma io lo canto ancora
non e protesta ma verità
E lui l’aveva detto state attenti
l’ha detto quasi due millenni fa…eh!…
Bisogna far qualcosa
ma che canzone è
e sto cantando io
e non cantare insieme a me!
...
Adriano Celentano

martedì 7 febbraio 2012

236. Lutto costrutto.

Due parole per quattro zampe.
Giorni fa uno dei cani di casa ci ha lasciato. Lola. Chi ha cani e gatti o li ha avuti sa di cosa parlo quando uso la parola dolore nel caso della morte di un animale di casa. Sono nostri compagni di vita, sono amici veri, gli si vuole bene, un bene ricambiato in una forma non umana ma per certi versi anche più che umana, più incondizionata, più pura.
Queste parole le scrivo per lei, d’accordo con mia moglie e mia figlia che mi hanno spinto a farlo, anche se a molti potrà sembrare una cosa da poco. La Lola l’avevamo presa al canile di Ossaia, qui a due passi da Cortona, dove, come in tutti i canili, è pieno di animali pronti a far felice qualcuno. E’ stata con noi qualche anno prima che morisse e sono stati anni bellissimi, per lei che non perdeva occasione di dimostrarcelo, e per noi che ci metteva un sacco di allegria col suo carattere e le sue abitudini da “trovatella” che non aveva mai abbandonato anche se viveva viziata come una regina. I nostri cani li abbiamo sempre presi al canile oppure da qualcuno che li aveva trovati abbandonati da qualche parte.
Vengo al punto: se volete prendere un cane prendetelo al canile, ve ne sarà grato per tutta la vita e scoprirete una forma di felicità e di rapporto tra esseri viventi che vi insegnerà delle cose importanti, garantito. Non andate a comprare un cane a meno che non abbiate della ragione molto valide per farlo, invece valutate bene l’idea di salvarne uno da un canile, di portarlo a casa, di stringere con lui quel patto tra essere umano e animale che è tra le esperienze più belle della vita(molti sanno di cosa parlo). Un cane non è un vestito, che si compra alla boutique e si indossa davanti allo specchio o per far bella figura, è un essere vivente e negli esseri viventi il concetto di razza e di pedigree è una cosa sorpassata, nel 2012. I cani sono tutti unici. In qualsiasi città voi viviate di sicuro c’è un canile dove si raccolgono i trovatelli, i cani smarriti, abbandonati, rifiutati, scappati, allora se avete intenzione di prendere un cane con voi valutate questa possibilità, fateci un giro, è una bella cosa.
Ciao Lola e grazie amica mia.
Lorenzo Jovanotti Cherubini. (da Facebook)