venerdì 16 luglio 2010

122. coco soup


ZUPPA DI CAVOLFIORE E COCCO
INGREDIENTI x 6 persone:
1kg di cavolfiore bianco
1 patata piccola
1 cipolla
1lt di brodo di pollo ( io avevo quello vegetale)
250ml di latte di cocco
1 cucchiaino di semi di senape
1 pezzetto di zenzero grattugiato
olio extra vergine di oliva
prezzemolo o basilico o menta
sale e pepe
60 ml di yogurt naturale (FACOLTATIVO)
Lavate il cavolfiore, eliminate le foglie e il gambo e tenete da parte solo i fiori. Pulite la patata e tagliatela a pezzi; tagliate la cipolla finemente.In un tegame mettete a scaldare circa 20 ml di olio, aggiungete la cipolla e la patata e fate rosolare per un paio di minuti. Aggiungete anche il cavolfiore facendolo insaporire per 5 min. , i semi di senape e lo zenzero grattugiato. Coprite le verdure col brodo caldo e portate ad ebollizione e continuate la cottura per 20 min. o comunque fino a che il cavolfiore risulterà tenero.
A cottura avvenuta, prelevate metà delle verdure e frullatele ( io ho usato il mini-pimer) ottenendo una sorta di purea. Rimette le verdure frullate nella pentola con il resto della zuppa e mescolate, aggiungete ora il latte di cocco (e lo yogurt) aggiustate di sale, pepate e decorate con delle foglioline di prezzemolo. Servitela bella calda.

121. Mama Afrika

Mama Afrika: Miriam Makeba, cantante sudafricana di jazz e world music, nota per il suo impegno politico contro l'apartheid e per essere stata delegato alle Nazioni Unite.
Nata a Johannesburg in Sudafrica nel 1932 e morta a Castel Volturno il 9 novembre del 2008: suo padre era xhosa e sua madre una sciamana swazi. Iniziò la professione di cantante negli anni cinquanta coi Manhattan Brothers, e poi fondò gli Skylarks facendo un mix di jazz e musica tradizionale sudafricana, una world music antelitteram. Pur avendo già successo, alla fine degli anni cinquanta guadagnava poco e, come nera, in Sudafrica, non percepiva i diritti musicali, per cui pensò di lasciare il paese: nel '60 partecipò al documentario anti-apartheid "Come Back, Africa" per il quale fu invitata al Festival del cinema di Venezia e una volta in Europa decise di non rimpatriare.
A Londra conobbe poi Harry Belafonte, che la aiutò a trasferirsi negli Stati Uniti e farsi conoscere come artista, e là incise molti dei brani che la resero celebre: Pata Pata, The Click Song e Malaika.
Nel 1966 Miriam Makeba ebbe il Grammy per la migliore incisione folk, con l'album "An Evening with Belafonte & Makeba" inciso con Belafonte, esplicitamente politico e con riferimento alla vita dei neri sotto l'apartheid, contro cui nel 1963 portò la propria testimonianza alle Nazioni Unite: il governo di allora rispose bandendo lei e i suoi dischi dal Sudafrica.
Nel 1968 sposò l'attivista politico statunitense, originario di Trinidad, Stokely "KwameTure" Carmichael, "primo ministro" delle Pantere Nere, legato al nazionalismo nero e ai movimenti panafricani, ex-integrazionista. Essendo lui considerato un estremista, alla Makeba negli Stati Uniti furono annullati i contratti discografici. I due coniugi si trasferirono in Guinea, amici del presidente di quel paese, ma nel 1973 si separarono. Lei, seguitando a cantare soprattutto in Africa, Sudamerica ed Europa, svolse anche il ruolo di delegata della Guinea alle Nazioni Unite, vincendo il Premio Dag Hammarskjöld per la Pace nel 1986. Dopo la morte nel 1985 della sua unica figlia Bongi, anche lei cantautrice, si era trasferita a Bruxelles. Nel 1987 collaborò al tour Graceland di Paul Simon, e poco dopo uscì la sua autobiografia, "Makeba: My Story".
Nel 1990 Miriam rientrò in Sudafrica, convinta da Nelson Mandela. Nel 1992 interpretò il ruolo della madre della protagonista nel film "Sarafina! Il profumo della libertà", ispirato alle sommosse di Soweto del 1976.
Nel 1999 fu nominata "Ambasciatrice di buona volontà" dalla FAO. Nel 2002 prese parte anche a un documentario sull'apartheid. Ebbe tanti riconoscimenti e nel 2004 si classificò al 38º posto nella classifica dei "grandi sudafricani" stilata da SABC3. Nel 2005 ci fu il suo tour mondiale di addio alle scene, a causa dell'artrite reumatoide di cui pativa fin da giovane.
Miriam Makeba è morta nella notte fra il 9 e il 10 novembre 2008 per un attacco cardiaco a Castel Volturno dove, qualche ora prima, nonostante forti dolori al petto, si era esibita in un concerto contro la camorra dedicato allo scrittore Roberto Saviano e molti, tra i quali lo stesso Saviano, hanno denunciato un grave ritardo nei soccorsi.

120. "amore non libero" (notizia)

Una coppia sorpresa in pieno giorno a Cesena, denunciata per "atti osceni in luogo pubblico": effusioni amorose in auto nel parcheggio del viadotto Kennedy.
Il sesso in auto è certamente qualcosa di molto frequente, ma la Cassazione, con la sentenza 19189, ha deciso che è un reato e che può essere punito con tre anni di carcere.
(patrizia mattavelli su www.voceditalia.it)

giovedì 15 luglio 2010

119. A GroundZero veliero del '700!! (notizia)

A NewYork, a 9 anni dall'11 settembre, scoperto a GroundZero un vascello del Settecento durante i lavori in corso: gli archeologi lo stanno ora ripulendo a mano, in quanto estremamente fragile, in mezzo al materiale di riporto usato 200 anni fa per allargare la punta sud di Manhattan, poi Battery Park. Il sopraintendente archeologo dichiara: ''Per fortuna è piovuto: se ci fosse stato il sole il vascello si sarebbe disfatto''. Anche un'àncora da 50 chili è stata rinvenuta nei pressi del relitto emerso dal fango del cratere dove sorgevano le Torri Gemelle: gli operai hanno intravisto in mezzo al terreno una fila di assi di legno così regolari che e' stato chiaro che facevano parte di una nave, 10 metri in tutto.
Nel 1982 a Manhattan era stata riportata alla luce un’altra imbarcazione durante lavori in Water street.


(www.ansa.it)

mercoledì 14 luglio 2010

118. Un delitto a Roma, una villa ad Arcore...

La cronaca nera registra a Roma, domenica 30 agosto 1970, 3 morti che faranno da premessa storica a ben altro: in un attico ai Parioli il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, 43 anni, abbatte con un fucile da caccia la seconda moglie Anna Fallarino, 41, e l'amante di lei Massimo Minorenti studente di 25, e quindi s'ammazza. La sorella di Anna Casati Fallarino, per l'eredità che comprende, oltre a svariati miliardi la storica VILLA SAN MARTINO AD ARCORE, incarica come patrocinatore della propria famiglia il 36enne avvocato CESARE PREVITI. Ma l'eredità andrà invece alla figlia di primo letto ancora minorenne del marchese. Sorpresa: Previti allora si propone come protutore della marchesina Annamaria, che dopo 2 anni lascerà l'Italia sposandosi in Brasile. Per la difficoltà obiettiva di amministrare dall'estero un patrimonio italiano, la Casati conferma il tutore Bergamaschi mantenendo come avvocato il protutore Previti, da lei stessa incaricato nel 1973 di vendere la villa di Arcore, ma senza arredi, pinacoteca, biblioteca e circostanti proprietà terriere. Con una telefonata a Brasilia, Previti annunzia tripudiante alla cliente il nome dell'acquirente già reperito, il magnate in ascesa S.B., e dichiara alto il prezzo, 500 milioni di lire: il valore di un appartamento in centro a Milano per una villa settecentesca di 3mila 500 metri quadri completa di tutti gli annessi esclusi dall’incarico ufficiale. Per di più S.B. dilazionerà il pagamento in anni, con tasse a carico della marchesina, che a quel punto entrò in conflitto con Previti. A metà del 1977 nasce a Roma l'Immobiliare Idra, in cui entreranno come sindaci Umberto Previti e, sino al 1979, il figlio Cesare: alla ditta sarà intestata quella villa di Arcore.

venerdì 9 luglio 2010

117. ora reato pure il "dito medio" (notizia)

Attenzione: se state litigando, oppure dopo che qualcuno vi ha rubato il parcheggio, non mostrate più il dito medio. E’ reato. Infatti, questo gesto ormai diventato un’abitudine ora equivale prendere a parolacce una persona, ovvero è un’ingiuria. Lo stabilisce la V^ sezione penale della Cassazione, confermando la condanna inflitta a una donna dal giudice di pace di Domodossola. L’imputata aveva mostrato il pugno con il dito medio alzato al marito, da cui era in fase di separazione, incontrandolo in automobile. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso per la “volontarietà offensiva del gesto”.

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso della donna contro il verdetto del giudice di pace. Claudia M. (38 anni) ha cercato di sostenere che il suo gesto non era stato accompagnato dal alcuna “frase di contorno”, quindi non poteva offendere l’ex marito Agostino Z.

La Cassazione ha invece ritenuto valide le parole del marito secondo il quale il gestaccio del 23 maggio 2006 era stato preceduto, il 17 maggio, da un insulto verbale proferito da Claudia. Spiega la Cassazione che i due episodi, quello verbale e quello gestuale, esprimono entrambi, sebbene con “modalità difformi” una “offesa” alla onorabilità della persona alla quale sono indirizzate.
Claudia è stata quindi condannata a una multa (la cui entità non è nota) e anche al pagamento delle spese processuali. La donna dovrà poi versare mille euro alla cassa delle ammende per avere fatto perdere tempo alla giustizia.

(www.dazebao.org)

giovedì 8 luglio 2010

116. pestaggio alla camera nel giorno dei manganelli in piazza (una notizia in 3)

Rissa alla Camera. La bagarre a Montecitorio è scoppiata nel corso dell'esame del ddl Meloni sulle comunità giovanili. Dopo la richiesta di rinvio del testo in commissione da parte del Pdl, con l'accordo di tutti i gruppi e dello stesso ministro della Gioventù, Francesco Barbato (Idv) ha innescato la miccia. Il deputato Idv ha accusato Meloni di «essere vecchia perché ricorre a una logica di vecchia politica che fa rabbrividire anche Pomicino e Mastella». E il motivo, ha proseguito Barbato, «è che Meloni, con questo ddl, vuole finanziare la sua corrente, quella di Alemanno e del suo assessore regionale Lollobrigida». Contro il deputato, a quanto riferito da diversi testimoni, si è scagliata, insieme con altri colleghi del Pdl, Barbara Saltamartini, che spiega che Barbato le ha dato della «camorrista, ladra e mafiosa» e detto che farebbe meglio a dedicarsi a «coccolare il presidente Berlusconi» e che sarebbero stati deputati dell’Idv a spintonarla e insultarla, e a reagire i suoi colleghi del Pdl. Cicchitto, capogruppo del Pdl si è in seguito scusato in aula, respingendo la violenza ma ritenendo indegno il modo di Barbato di far politica. La Mussolini, dal canto suo, ritenuta con Barbato colpevole del rinvio, ha dichiarato di essere stata insultata e minacciata da Marsilio e Rampelli (meloniani), forse per la coda di paglia che hanno: si regalano milioni di euro al ministro senza portafoglio Meloni, senza un motivo.
(www.corriere.it)

Squadrismo in aula. Come ai vecchi tempi, quando le squadracce del Duce non lesinavano all’opposizione bastonate e pestaggi, Franco Barbato dell’Idv è stato aggredito alla Camera, durante la seduta sull’indecente ddl della Meloni, ministro della Gioventù: durante il suo intervento il dipietrista accusa il ministro di usare una logica politica ‘vecchia’ facendo scattare la reazione della Saltamartini del Pdl e innescando un vero e proprio assalto. Gli assistenti parlamentari intervengono ma Barbato viene colpito alle spalle con un pugno in pieno volto. La ricostruzione del capogruppo dell’Idv Donadi, è che una ventina di deputati, tutti Pdl e forse ex-An, si siano mossi contro Barbato. La rissa costringe Rosy Bindi a sospendere la seduta: poco dopo Barbato viene accompagnato in infermeria e poi in ospedale per accertamenti. Donadi dichiara che alle aspre critiche politiche di Barbato si poteva rispondere con altre critiche, non con una violenta aggressione squadrista. Nella stesso contesto minacce e insulti vengono rivolti, infatti, ad Alessandra Mussolini, che racconta che, dopo il rinvio in commissione del provvedimento, Marsilio e Rampelli, deputati del Pdl che fanno capo a Meloni, le sono andati incontro in aula e le hanno detto di 'stare attenta'. Insultata e minacciata, incolpata con Barbato del rinvio, per una verità sostenuta in aula e in commissione: mancano i fondi per i minori, ma si danno finanziamenti ai finti-giovani di 30 anni e così si buttano via milioni.
(www.dazebao.org)

Rissa alla Camera. Botte per le strade della Capitale e nei palazzi della politica. Seduta sospesa nell’aula della Camera dove è scoppiata una rissa tra Franco Barbato (Idv) e deputati del Pdl durante l’esame del ddl Meloni. Sono volate parole grosse e spintoni e sono intervenuti i commessi. Dopo che il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, aveva accettato il rinvio in commissione del ddl, Franco Barbato dell’Idv è intervenuto accusandola di "volere questo provvedimento non per sostenere i giovani, ma la corrente politica sua e di Alemanno e dell’assessore Lollobrigida". Barbara Saltamartini (Pdl) è immediatamente partita per attaccare Barbato, ed è stata trattenuta dai commessi. Nel frattempo, però, altri deputati del Pdl si sono avvicinati dall’altra parte ed è scoppiata la colluttazione. Dalle tribune si è visto Fabio Rampelli (Pdl) in un "corpo a corpo" con un collega dell’Idv, mentre Maurizio Bianconi gridava a squarciagola a Barbato "Pe22o di merda". Dopo qualche minuto, e dopo aver invocato l’intervento dei deputati questori, la vicepresidente Rosy Bindi ha sospeso la seduta. Prognosi di 15 giorni per Barbato. Non presente in aula Fini, che, come presidente della Camera, incarica un’istruttoria immediata, per la quale Donadi dell’Idv promuove l’acquisizione dei filmati.
(www.ilgiornale.it)

115. altra lettera di un'aquilana

Ieri mi ha telefonato l'impiegata di una società i recupero crediti, perconto di Sky: mi dice che risulto morosa dal mese di settembre del 2009 e mi chiede come mai. Le dico che dal 4 aprile dello scorso anno ho lasciatola mia casa enon vi ho più fatto ritorno, causa terremoto. Il decoder sky giace schiacciato sotto il peso di una parete crollata. Ammutolisce. Quindi si scusa e mi dice che farà presente quanto le ho detto a chi didovere, poi, premurosa, mi chiede se ora, dopo un anno, è tutto a posto. Mi dice di amare la mia città, ha avuto la fortuna di visitarla un paio dianni fa. Ne è rimasta affascinata. Ricorda in particolare una scalinata inselci che scendeva dal Duomo verso la basilica di Collemaggio, mi sale il groppo alla gola e le dico che abitavo proprio lì. Lei ammutolisce di nuovo. Poi mi invita a raccontarle cosa è la mia città oggi. Ed io lo faccio. Le racconto del centro militarizzato. Le racconto che non posso andare a casa mia quando voglio. Le racconto che, però, i ladri ci vanno indisturbati. Le racconto dei palazzi lasciati lì a morire. Le racconto dei soldi che non ci sono, per ricostruire. E che non ci sono neanche per aiutare noi a sopravvivere. Le racconto che, dal primo luglio, torneremo a pagare tasse e contributi, anche se non lavoriamo. Le racconto che pagheremo l'i.c.i. e i mutui sulle case distrutte e ripartiranno regolarmente i pagamenti dei prestiti. Anche per chi non ha più nulla. Che, a luglio, un terremotato con uno stipendio lordo di 2.000 euro vedrà in busta paga 734 euro diretribuzione netta. Che non solo torneremo a pagare le tasse, ma restituiremo subito tutte quelle non pagate dal 6 aprile. Che lo stato non versa ai cittadini senza casa, che si gestiscono da soli, ben ventisettemila, neanche quel piccolo contributo di 200 euro mensili che dovrebbe aiutarli a pagare un affitto. Che i prezzi degli affitti sono triplicati. Senza nessun controllo. Che io pago , in un paesino di cinquecento anime, quanto Bertolaso pagava per un appartamento in via Giulia, a Roma. La sento respirare pesantemente. Le parlo dei nuovi quartieri costruiti aprezzi di residenze di lusso. Le racconto la vita delle persone che abitano lì. Come in alveari senz'anima. Senza neanche un giornalaio o un bar. Le racconto degli anziani che sono stati sradicati dalla loro terra lontanichilometri e chilometri. Le racconto dei professionisti che sono andati via. Delle iscrizioni alle scuole superiori in netto calo. Le racconto di una città che muore e lei mi risponde, con la voce che le trema: "Non è possibile che non si sappia niente di tutto questo. Non potete restare così. Chiamate i giornalisti televisivi. Dovete dirglielo, chiamate la stampa. Devono scriverlo."

venerdì 2 luglio 2010

114. no-bavaglio-day 01/07/10 (1 notizia in 3)

A Roma, Milano, Padova, Lecce e decine di altre città d'Italia, ma anche da Parigi e Londra un unico grido: “No alla censura, no alla mafia, no al bavaglio”. Decine di migliaia i cittadini che si oppongono alla legge con cui S.B. vuole fermare quasi tutte le indagini e toglierne agli elettori l'informazione. Fini sposa le tesi di Piero Grasso dell'Antimafia e invita il Pdl a riflettere. E Napolitano dice “Avevo consigliato di dare priorità alla manovra economica, ma non mi hanno ascoltato”, ed anche che pure le manifestazioni evidenziano punti critici preoccupanti. Ora secondo Schifani sarà impossibile l'approvazione della legge prima dell'estate.
-il fatto quotidiano-


In varie città protesta contro il ddl intercettazioni. A Roma manifestazione principale. Saviano: tutela solo la privacy del malaffare. Il Capo dello Stato dichiara che il suo appello a pensare prima di tutto alla manovra è rimasto inascoltato e che non spetta a lui indicare soluzioni: chiari i punti critici. E usa parole inusualmente dure sulla legge contro le intercettazioni, che bocciano in effetti l’accelerazione del governo, ed invitano a cambiare il provvedimento per evitare che il Quirinale lo respinga. La D'Addario in piazza: contestata perché non gradita.
-corriere della sera-


La sinistra va in piazza a litigare con la D’Addario che, non invitata, si presenta a piazza Navona alla manifestazione, e intercetta i giornalisti con sorrisi, capelli al vento e sobrio tailleur nero, per pubblicizzare il suo secondo libro, fresco fresco di stampa: "Nessuna pubblicità, sono qui per difendere il vostro lavoro e la vostra libertà. Questa legge riguarda anche me. Se fosse già stata in vigore, voi sareste in carcere e la mia verità non sarebbe mai venuta fuori". Furibondi gli organizzatori: "La sua presenza può mandare tutto in vacca".
-il giornale-

giovedì 1 luglio 2010

113. legge-bavaglio: prevista violenza sessuale LIEVE su minori

VIOLENZA SESSUALE "DI LIEVE ENTITA’" AI MINORI: ECCO I NOMI DEI SENATORI PROPONENTI L’EMENDAMENTO
Si erano inventati un emendamento proprio carino. Zitti zitti, nel disegno di legge sulle intercettazioni avevano infilato l'emendamento 1.707, quello che introduceva il termine di "Violenza sessuale di lieve entità" nei confronti di minori. Firmatari, alcuni senatori di Pdl e Lega che proponevano l'abolizione dell'obbligo di arresto in flagranza nei casi di violenza sessuale nei confronti di minori, se - appunto - di "minore entità". Senza peraltro specificare come si svolgesse, in pratica, una violenza sessuale "di lieve entità" nei confronti di un bambino.Dopo la denuncia del Partito Democratico, nel Centrodestra c'è stato il fuggi-fuggi, il "ma non lo sapevo", il "non avevo capito", il "non pensavo che fosse proprio così" uniti all'inevitabile berlusconiano "ci avete frainteso".
Ecco i firmatari dell'emendamento 1707:
sen. Maurizio Gasparri (Pdl), sen. Federico Bricolo (Lega Nord Padania), sen. Gaetano Quagliariello (Pdl), sen. Roberto Centaro (Pdl), sen. Filippo Berselli (Pdl), sen. Sandro Mazzatorta (Lega Nord Padania) e il sen. Sergio Divina (Lega Nord Padania).
Per la cronaca, il sen. Bricolo era colui che proponeva il "carcere per chi rimuove un crocifisso da un edificio pubblico" (ma non per chi palpeggia o mette un dito dentro ad una bambina);il sen. Berselli è colui che ha dichiarato "di essere stato iniziato al sesso da una prostituta" (e da qui si capisce molto...); il sen. Mazzatorta ha cercato di introdurre nel nostro ordinamento vari "emendamenti per impedire i matrimoni misti"; mentre il sen Divina è divenuto celebre per aver pubblicamente detto che "i trentini sono come cani ringhiosi e che capiscono solo la logica del bastone" (citazione di una frase di Mussolini).
(notizia da "il fatto quotidiano")