mercoledì 14 luglio 2010

118. Un delitto a Roma, una villa ad Arcore...

La cronaca nera registra a Roma, domenica 30 agosto 1970, 3 morti che faranno da premessa storica a ben altro: in un attico ai Parioli il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, 43 anni, abbatte con un fucile da caccia la seconda moglie Anna Fallarino, 41, e l'amante di lei Massimo Minorenti studente di 25, e quindi s'ammazza. La sorella di Anna Casati Fallarino, per l'eredità che comprende, oltre a svariati miliardi la storica VILLA SAN MARTINO AD ARCORE, incarica come patrocinatore della propria famiglia il 36enne avvocato CESARE PREVITI. Ma l'eredità andrà invece alla figlia di primo letto ancora minorenne del marchese. Sorpresa: Previti allora si propone come protutore della marchesina Annamaria, che dopo 2 anni lascerà l'Italia sposandosi in Brasile. Per la difficoltà obiettiva di amministrare dall'estero un patrimonio italiano, la Casati conferma il tutore Bergamaschi mantenendo come avvocato il protutore Previti, da lei stessa incaricato nel 1973 di vendere la villa di Arcore, ma senza arredi, pinacoteca, biblioteca e circostanti proprietà terriere. Con una telefonata a Brasilia, Previti annunzia tripudiante alla cliente il nome dell'acquirente già reperito, il magnate in ascesa S.B., e dichiara alto il prezzo, 500 milioni di lire: il valore di un appartamento in centro a Milano per una villa settecentesca di 3mila 500 metri quadri completa di tutti gli annessi esclusi dall’incarico ufficiale. Per di più S.B. dilazionerà il pagamento in anni, con tasse a carico della marchesina, che a quel punto entrò in conflitto con Previti. A metà del 1977 nasce a Roma l'Immobiliare Idra, in cui entreranno come sindaci Umberto Previti e, sino al 1979, il figlio Cesare: alla ditta sarà intestata quella villa di Arcore.

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