lunedì 1 aprile 2013

320. PER FORTUNA, SUSSULTI ETICI!!!

"Gioca il giusto": spot di Radiopopolare al Superenalotto. Questo e altri spot sono al centro di un serio dibattito tra i lavoratori di RadioPopolare. Per molti di loro e per molti ascoltatori sono incompatibili con l'etica e lo stile della storica emittente le pubblicità ad auto prodotte dalla Fiat, per quella politica industriale, o al gioco d'azzardo, non più illegale. Prima RP non dava spazio a tali spot, ora accettati in misura crescente per la brusca riduzione, causa-crisi, del flusso degli annunci locali, tradizionale fonte di finanziamento dell'emittente. L'orientamento maggioritario è quello di mantenere gli spot di specifici prodotti della Fiat, e non dell'azienda produttrice, ma di tagliare quelli del gioco d'azzardo. Solo una crescita vertiginosa degli "abbonaggi" consentirebbe a RP la soddisfazione di fare del tutto a meno della pubblicità.

"Io il Gratta e Vinci non lo voglio vendere. Perché Poste Italiane si abbassa a questo? Perché la mia Azienda vuole incoraggiare un vizio che dà dipendenza? Ce l'ho messa tutta per seguire ed adeguarmi al cambiamento. Ma adesso è troppo. Io non credo che tutto quel che non è nettamente fuori legge sia legittimo e corretto. Stanno nascendo comunità di recupero per la dipendenza da gioco d'azzardo, stiamo vedendo famiglie compromesse per questo vizio che dà dipendenza". Una storica impiegata delle Poste, dopo 33 anni di ligio lavoro così esprime la sua amarezza per la nuova mansione di vendere i Gratta e Vinci allo sportello. Come volantino ora distribuito in tutti gli uffici postali di Taranto, la lettera della dipendente tarantina delle Poste Italiane inviata a dicembre a 2 sindacati, è diventata un caso: i sindacati si schierano dalla sua parte definendola una battaglia giusta, mentre i colleghi si dividono: c'è chi mira comunque al premio di produzione che si ottiene superando col proprio ufficio un certo budget, vendendo aerosol, libri di cucina o sogni. 

Alla proprietaria di un bar alla periferia di Cremona interessava come attività extra-ristorazione solo il Totocalcio, i cui proventi però sono poi crollati, e non voleva quelle 2 slotmachine sin dall'inizio. Ma le aveva tenute per non essere in perdita. Davanti ai suoi occhi da 3 anni, la crisi di italiani e stranieri, anziani e giovani, donne e uomini, che non se la passano bene e si aggrappano ai videopoker spendendo tutto. Un bel giorno ha staccato le spine.

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