lunedì 3 settembre 2012

273. Il veleno del Punjab (riassunto)

Compendio di articolo (già vecchio)
di Patrizia Cortellessa
sul Manifesto del 22.05.2008
Nuovo allarme dall'India, in una ricerca dell'Università di Patiala nel Punjab, per come la popolazione rurale di questo grande stato agricolo mostra nel DNA un'incidenza di danni maggiore del resto della popolazione indiana: il gruppo di ricercatori guidato dal professor Satbir Kaure ha monitorato un campione di agricoltori punjabi per mesi, in momenti e periodi diversi dell’anno.
Accanto ai soliti fattori di rischio - età, uso di alcoolici e di tabacco - per Kaub la causa principale dei danni alle popolazioni locali potrebbe essere l’esposizione massiccia ai pesticidi agricoli, e con quei danni riscontrati al DNA il rischio di sviluppare tumori è molto alto, ma l'associazione dell'agro-industria non è d’accordo in quanto sostiene la non-relazione tra cancro e uso dei pesticidi.
Ma monitoraggi e ricerche sulla correlazione tra l'uso di pesticidi e modificazioni genetiche danno risultati inappellabili: non solo in Punjab i residui dei pesticidi sono ovunque, soprattutto nel sangue dei contadini, e le sementi ibride che, con concimi e pesticidi chimici, garantivano raccolti più abbondanti, ora sono disastrose.
Secondo la Crop Care Federation of India (Associazione Fitofarmaceutica) oggi non si usano pesticidi cancerogeni, e che comunque gli agricoltori indiani usano irrorare i pesticidi solo poche volte a stagione, il che si scontra con l’ampia dimostrazione che l'esposizione a pesticidi aumenta il rischio di cancro, disfunzioni immunitarie, malattie nervose e altro.
Già nel 2005 il Centre for Science and Environment - autorevole centro ambientalista di New Delhi - aveva rivelato in uno studio che la concentrazione di pesticidi nel sangue di un contadino del Punjab era da 16 a 605 volte superiore a quella di un contadino americano: nelle campagne indiane si fa un uso molto intenso di pesticidi nella speranza di combattere in modo più efficace i parassiti, e di solito senza grandi precauzioni per il lavoratore agricolo. Molti insetti sviluppano una forte resistenza agli antiparassitari già usati e perciò i contadini sono costretti a usare sempre più prodotti chimici, sicura concausa delle riduzioni costanti dei raccolti in molti paesi in via di sviluppo.
L’Unione Europea ha già più che dimezzato le varietà disponibili di antiparassitari, e la nuova legislazione votata dal Parlamento Europeo ridurrà drasticamente il numero di pesticidi autorizzati: dal 1991 ne son stati tolti di mezzo 530 tipi, mentre Germania e Francia hanno già dato lo stop ai pesticidi sistemici.
E’ di diversi studiosi della UE il timore che la riduzione del numero attuale possa diminuirne l'efficienza, aumentando la resistenza dei parassiti, ed è di scienziati di 7 paesi europei la dichiarazione, sui rischi della proposta di legge sui prodotti fitosanitari, presentata al presidente di turno, lo sloveno Danilo Türk.
Ma l'Organizzazione Mondiale per la Sanità fa notare che nelle aree rurali più povere dell’India, i raccolti in calo e l’indebitamento spinge molti contadini al suicidio, proprio con quei maledetti pesticidi!

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