venerdì 21 ottobre 2011

214. Blackblock

Blackblock, scritto così in molti paesi occidentali, non è un’organizzazione precisa bensì una tattica di guerriglia urbana mirata al dissenso verso uno stato di polizia repressivo, che s’accompagna a una generica critica sociale di stampo anarchico. L’originale Schwarzer Block venne infatti utilizzato per la prima volta dalla polizia tedesca nei primi anni ’80 per identificare gli Autonomen della sinistra extraparlamentare che, nelle manifestazioni contro il “nucleare” e a favore della Baader-Meinhof, vestivano abiti, maschere e caschi neri proprio per mostrarsi come massa compatta e per proteggersi fisicamente ed evitare l’identificazione da parte di polizia e autorità: l’effetto di apparire numericamente superiori catturava pure solidarietà e aiuto di altri gruppi omogenei all'interno dei cortei.

Venne ripreso e tradotto in inglese come Black Bloc: black sta per schwarz, nero mentre bloc senza kappa finale significa embargo, censura, settore, area, blocco, squadrone. Ci fu nelle manifestazioni in U.S.A. contro il Pentagono nell’88 e contro la Prima Guerra del Golfo del ’91. E poi a Praga e a Seattle nel ’99 e nel 2001 al G8 di Genova. A Quebec nel 2007 al vertice delle Americhe un Black Bloc distrusse con catapulte le reti metalliche che proteggevano quel vertice. C’era anche nel giugno 2011 a Goeteborg contro il Consiglio Europeo in corso. Si sono anche riscontrati casi, finora a Genova e a Quebec, in cui le stesse forze dell'ordine si sono infiltrate tra i blackblocker.

Ad inscenare un blackblock per un determinato avvenimento c'è di solito un piccolo gruppo iniziale che s'organizza per coordinare l'inizio dell'azione, cui altri soggetti si uniscono poi spontaneamente per il desiderio di protestare più attivamente e incisivamente.

Le azioni che caratterizzano un blackblock sono la marcia compatta come effetto visivo, la ricerca dello scontro diretto con le forze dell'ordine, le barricate, il vandalismo sistematico e simbolico, il non-rispetto dei percorsi imposti, resistenza all’arresto proprio e altrui: l’oggetto delle distruzioni programmate sono le istituzioni, le banche, la videosorveglianza e le attività in franchising delle multinazionali, compresi i distributori di benzina.

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