martedì 8 marzo 2011

194. Sterminio canadese

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Il Dipartimento Affari Indiani canadese e la sua “Soluzione Finale”.

Nel 2000 Jasper Joseph, nativo canadese della Columbia Britannica, ricorda i suoi cugini, uccisi nel 1944 con iniezioni letali dal personale del Nanaimo Indian Hospital. Durante quell’isolamento di 3 anni subì esperimenti di vario tipo ma 2 suoi cuginetti erano troppo ribelli e così furono eliminati. Il mondo deve ancora conoscere l’entità del genocidio perpetrato verso milioni di indigeni già invasi, da parte di Stato e Chiese canadesi convinti della propria supremazia razziale. Già nel 1907 la stampa canadese attestava il tasso superiore al 50% dei decessi nelle "scuole residenziali indiane". Ma negli ultimi decenni quel massacro è stato rimosso da storia e coscienza pubblica del Canada, in quanto il sistema doveva distruggere la maggior parte dei nativi tramite malattie, trasferimenti e omicidi, assimilandone socialmente un manipolo: collaborazionisti addestrati a servire il genocidio in cui il Canada istituzionale è coinvolto ad ogni livello, polizia, associazioni, chiese cattoliche e protestanti, sanità e giustizia.
Connivenze e complicità, che partono da quelle scuole religiose edificate dal governo e obbligatorie per i nativi, centri di conversione forzata al cristianesimo, poi diventati campi di sterminio per almeno metà degli studenti, i cui cadaveri svanirono letteralmente, dopo esser stati infettati, percossi e torturati.
Con buona pace di Ottawa le Chiese già responsabili, dichiararono per tutto il 20°secolo una guerra senza quartiere agli indigeni non cristiani: così ai 50.000 bambini morti nei "collegi" s'aggiunsero i sopravvissuti, ora “popolazione colonizzata appena al limite della sopravvivenza, con tutte le caratteristiche di una società del terzo mondo”, così valutati nel novembre del 1999 da gruppi per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Ma l’olocausto continua, in violazione della Convenzione delle Nazioni Unite sul Genocidio, a cui il Canada è vincolato dal diritto internazionale.
Diversi dei 30 collaboratori, indigeni e non, di cui questo rapporto si è avvalso, mantengono l'anonimato a causa di minacce di morte, licenziamenti, e sfratti dalle loro riserve e il divulgatore di tutto ciò, ministro della Chiesa Unitaria del Canada è stato licenziato, "schedato" e diffamato, ma l'Olocausto canadese dev'essere rivelato e i responsabili giudicati dal Tribunale per i Crimini Internazionali: un secolo o più di crimini contro i primi abitanti del Canada, con la collusione di ambienti disparati: oggi, dopo i 50000 decessi nei campi-scuola, c'è ancora la sofferenza di chi vuole pane e giustizia. Almeno dal 2001 esiste la Commissione per la verità sul Genocidio in Canada, a Vancouver, Columbia Britannica.
Il Gradual Civilization Act del 1857 nel Canada Superiore dichiarò l'intento di rieducazione rispetto alla "cultura indigena inferiore", privando quindi della cittadinanza la popolazione nativa, categorizzandola separatamente dai non-indiani.
Nel 1874 il Federal Indian Act ribadì l’inferiorità legale e morale degli indigeni ed istituì il sistema delle "scuole residenziali". Definizione legale di un indiano tuttora in vigore in parte del Canada: “individuo selvaggio, privo della conoscenza di dio e di qualsiasi stabile e chiaro credo religioso”, quindi legalmente non-entità e parimenti sacrificabile, nella propria terra! Con la creazione di quei collegi, che ufficialmente dovevano dare istruzione, furono portate avanti intenzioni genocide dagli invasori cristiani dei territori aviti dei nativi, dal 1880 fino al 1984.
Gli indiani adulti refrattari alla conversione venivano sterilizzati in programmi gestiti in ospedali e sanatori gestiti dalla chiesa, secondo anche quanto dichiarò Ethel Wilson a un Tribunale per i Diritti Umani a Vancouver nel 1998: dal 1952 sapeva che il dottor George Darby, medico missionario della Chiesa Unitaria, veniva pagato per quello, dall'Ufficio Affari Indiani di Ottawa. Nel 1995 la polizia avviò un’indagine sulle atrocità avvenute nei "collegi indiani", e si cominciò a distruggerne le prove e a invitare tutti a tacere: che i finanziamenti arrivassero da Ottawa era quasi di dominio pubblico. Parecchi di quei documenti furono trovati sulla spiaggia dilavati dall'acqua.
Il Sexual Sterilization Act della British Columbia autorizzava i prèsidi dei "collegi", eletti congiuntamente da chiesa e governo, a consentire la sterilizzazione di qualsiasi nativo sotto la loro tutela legale: interi gruppi di bambini indigeni, raggiunta la pubertà, subirono quella sorte. Il suddetto decreto divenne federale nel 1920 e per tutti i bambini indigeni divenne obbligatorio frequentare i "collegi" nonostante il governo stesso avesse già riconosciuto dal 1910 che il tasso di mortalità fosse più elevato proprio in queste scuole: questo dimostra le intenzioni genocide verso i non-cristiani. E in quegli ospedali, sanatori e collegi i tassi di mortalità erano identici, quali che fossero le chiese, istituzioni legittime e fidate, che li gestivano, il che esclude l'accidentalità della frequenza: quindi tale sistema era intrinsecamente omicida con strutture e leggi che incoraggiavano, istigavano, occultavano e successivamente negarono questi crimini.
Nel 1909 il Dr. Peter Bryce, del Ministero della Sanità dell’Ontario, fu assunto dal Dipartimento Affari Indiani di Ottawa per visitare le scuole residenziali indiane del Canada occidentale e della British Columbia e fare rapporto sulle loro condizioni sanitarie. Il rapporto scandalizzò a tal punto governo e chiese che venne ufficialmente insabbiato e che il dottore fu estromesso dall'amministrazione statale: nel 1922 Bryce scrisse un libro dal titolo "La storia di un crimine nazionale". Vi si affermava che in quei "collegi" tantissimi bambini indiani venivano sistematicamente e deliberatamente uccisi, con un tasso di mortalità fra il 35% ed il 60% e che personale e funzionari nascondevano o falsificavano regolarmente documentazione e prove della morte dei piccoli. Fu dichiarato che uno dei metodi più utilizzati per uccidere era quello di esporre intenzionalmente gli studenti al contagio di malattie come la tubercolosi per poi negare loro assistenze e cure mediche. Anche testimoni indigeni confermarono la storia della tubercolosi, asserendo di esser stati costretti a dormire nello stesso letto di compagni che già stavano morendo di tbc, nel 1942. Secondo tali testimonianze spesso gli omicidi erano più palesi: pestaggi, strangolamenti, calci, defenestrazioni, oltre alla denutrizione forzata e alle cadute forzate dalle scale. Nessuna indagine seguiva ai decessi a causa dell'equiparazione degli indiani ad animali. Un'assistente sanitaria di un Consiglio di Tribù della zona di Vancouver conferma gli omicidi alla scuola di Kuper Island, a sud della quale c'era un cimitero, scoperto nel 1973, per i bambini nati dai rapporti tra i preti e le ragazze indiane o i feti abortiti ad opera delle suore che spesso facevano morire le puerpere: ragazze stuprate e uccise vennero sepolte nei tavolati dei pavimenti ma i funzionari di polizia negli anni seguenti si rifiutarono di perquisire persino edifici ormai dismessi, anche minacciando i richiedenti, onorando la prassi dell'insabbiamento sistematico. Oltre alla collusione anche di indigeni è provata anche la falsificazione sistematica di certificati di morte per malattia per gli studenti uccisi da parte di ospedali e sanatori. Studenti che rinvenissero i cadaveri nascosti venivano spesso puniti con espulsione, ricovero ospedaliero e droga. Tristissimo ed efficace è il sistema di collaborazione indotta e forzata tra gli studenti nativi stessi che continuano a sopprimere le prove dei crimini. Presso i collegi fondamenta piene di scheletri e fosse comuni sono attestate da numerosi testimoni come pure durante lo smantellamento della Scuola di St Mike una sepoltura multipla all'interno dei muri. Nel 1972 fu effettuata una riesumazione generale in gran segreto del cimitero del collegio di Kuper Island. Obitori-discariche erano presso i sanatori vicini alle scuole.
Un'altra strategia consisteva nel provocare gravi danni fisici e mentali nei nativi allo scopo di "uccidere l’indiano che è dentro gli indiani”, per possedere menti e anime degli indigeni non sterminati , facendone copie di terza classe dei bianchi. Nel 1938 si scriveva: "il problema rappresentato dagli indiani è di natura morale e religiosa. Essi mancano dei fondamenti di base del pensiero e dello spirito civile, il che spiega la loro natura, il loro comportamento infantile, il loro selvaggio stile di vita e i diritti che li tengono inchiodati alla loro terra" perché si riteneva che il problema indiano venisse risolto con la scomparsa dei segni distintivi della cultura nativa. Il controllo mentale portato avanti nei collegi doveva condurre all'abbandono da parte degli indigeni delle loro terre e delle loro riserve perché i bianchi ci si insediassero. Della strategia di annientamento culturale faceva parte l'alimentare la discordia e la dilazione tra studenti, costringendoli a combattersi e molestarsi. Un lavaggio del cervello per far dimenticare il proprio ruolo tradizionale e culturale ai nativi: quello di Custodi del Territorio avuto dal Creatore, per proteggere terre, pesci, e foreste e perdere lo scopo di esistere. I bianchi volevano tutto per se stessi, e nelle scuole residenziali trovarono il metodo, che funzionò. E Harriett Nahanee dichiarò nel 1995: "Noi ora siamo per la maggior parte poveri, dediti a vizi, violenti in famiglia, e tutto questo iniziò nelle scuole, dove ci manipolarono la mente affinché odiassimo la nostra cultura e noi stessi, cosicché avremmo perso tutto quanto. Questo è il motivo per cui affermo che il genocidio è tuttora in corso".
Con la tutela assunta da parte dei prèsidi della costa occidentale, avvenuta fra il 1933 ed il 1941, emersero i primi riscontri di reti pedofile organizzate in quelle scuole residenziali, con quel sistema legalmente e moralmente libero di fare ai suoi allievi coatti tutto quello che voleva: i collegi per nativi divennero “zona franca” per pedofili, assassini e medici perversi, con cavie umane vive a disposizione per collaudi di farmaci o ricerche sul cancro.
Nelle scuole di Kuper Island e di Alberni, oltre a esservi praticati gli obbrobi già trattati, divennero poli accentrati per bambini di tutta la provincia, a cui lì veniva spezzata la lealtà tribale e parentale, sviluppandone l'aggressività reciproca e troncandone i legami: in più vigeva la segregazione sessuale, come testimoniato da diversi superstiti e l'accidentale scambio d'effusioni tra ragazzi e ragazze veniva punito durissimamente, talvolta fino alla morte, per mano dei compagni costretti a usare verghe e fruste. La lezione per tutti era non fidarsi o affezionarsi a nessun compagno e di abbandonare qualunque spontaneità e istinto in favore dell'obbedienza agli ordini.
Dai collegi venivano sfornati 2 tipi d'indiani: schiavi e traditori. I capiconsiglio della tribù hanno minacciato di tagliare le indennità a chi avesse parlato in tribunale. A tale condizionamento si arrivò con l’uso istituzionalizzato di scosse elettriche su bambini che parlavano la loro lingua o che erano “disobbedienti” . Secondo testimoni oculari in certi collegi della Columbia Britannica e del Quebec esistevano addirittura stanze di tortura, con sedie elettriche fisse, spesso fatte funzionare da personale medico.
Frank Martin, postino indigeno, descrive nel 1998 la sua reclusione per esperimenti, dal 1963 al 1964, in una scuola vicino a Nanaimo: rapito dal villaggio a 9 anni, si risvegliò drogato in una cella, dove restò rinchiuso come un animale 14 mesi. Ogni mattina gli somministravano scosse elettriche alla testa sino allo svenimento per sottoporlo nel pomeriggio a raggi X per diversi minuti. A 18 anni si ammalò di cancro ai polmoni senza aver mai fumato.
David Martin invece nel 2000 dichiarò di esser stato ricoverato con la diagnosi di tubercolosi, ma senza sintomi, e legato al letto per 6 mesi, a subire iniezioni dolorose, pruriginose e irritanti, intanto che altri bambini urlavano dall'isolamento.
Altre torture erano quelle dentali: Harriet Nahanee subì quel trattamento senza analgesici nel 1946 e Dennis Tallio nel 1965.
Il famigerato Dott.Mengele, scienziato nazista, collaborò coi canadesi per gli esperimenti atti a rimodellare la memoria tramite elettrochoc, torture e farmaci.
L’uso di “reclusi” delle scuole residenziali per esperimenti medici, autorizzato da un accordo con le chiese, è confermato da ex-dipendenti del governo federale. Per anni, secondo un ex funzionario, gli Affari Indiani facevano trasferire ragazzi provenienti dagli orfanotrofi e dai collegi gestiti dalle Chiese ai manicomi per la sperimentazione medica e scientifica anche a beneficio di Difesa e Intelligence. Le molte sovvenzioni di quegli anni finivano ad alimentare le tangenti a prèsidi e alti funzionari.
Ma decine di sopravvissuti di 10 posti diversi in Columbia e Ontario hanno descritto sotto giuramento torture vissute in prima persona o da testimone, dall'età di 5 anni in su:
  • legatura del pene
  • perforazione con aghi di mani, guance, lingua, orecchie e pene
  • sospensione sopra tombe aperte con minaccia di sepoltura a vivo
  • alimentazione forzata di cibo rigurgitato o con vermi
  • rivelazione della morte avvenuta o imminente dei genitori
  • denudamento pubblico e umiliazione verbale e sessuale
  • costrizione alla posizione eretta per 12 ore, sino al crollo
  • immersione nell’acqua ghiacciata
  • costrizione a dormire all’aperto durante l’inverno
  • estirpazione dei capelli
  • testa sbattuta ripetutamente contro superfici in muratura o in legno
  • percossione quotidiana senza preavviso con fruste, bastoni, stecche da biliardo, tubi di ferro e finimenti di cuoi e metallo
  • estrazione di denti d'oro senza analgesici
  • isolamento per giorni senza acqua, cibo nè ventilazione
  • scosse elettriche a testa, genitali ed arti.
Ecco quel sadismo sintetizzato e giudicato nel 1998 dalle parole di un sopravvissuto, Bill Seward: "Era la gente della chiesa ad adorare il diavolo, non noi. Volevano l’oro, il carbone, la terra che abitavamo, così ci terrorizzavano affinché consegnassimo tutto a loro. Se si viene violentati tutti i giorni a partire dai 7 anni come si fa un a combinare qualcosa nella vita? Le scuole residenziali furono istituite per distruggere le nostre vite, e ci riuscirono. I bianchi erano terroristi, puri e semplici."


compendio da

http://www.auroraproject.it/index.php?option=com_content&view=article&id=67:lolocausto-dei-nativi-canadesi&catid=43:controinformazione‏


1 commento:

  1. Mi ricorda l'eugenetica del regime nazista raccontata da Paolini in Ausmerzen, benché questo crimine a danno dei nativi americani, sia cominciato molto prima proseguendo poi con queste atrocità fino a relativamente pochi anni fa'. L'unica cosa che non sono riuscito a trovare è una foto di questo Bill Seward con relativa biografia, e ciò mi lascia un po' perplesso. Cose così gravi non capisco come non abbiano la dovuta rilevanza sui canali informativi, tanto che, ad esempio, non ne avevo mai sentito parlare. In questo articolo si fa riferimento ad un articolo de il Manifesto, che comunque non ho trovato sulla testata giornalistica on-line.

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