domenica 27 febbraio 2011

192. Condannata la prof anti-bullo di Palermo

Un anno di carcere, in appello, alla prof palermitana che aveva tentato di fermare il bullismo omofobico nella sua classe.
Il 24 febbraio 2011, l'Associazione Radicale Certi Diritti emette un comunicato-stampa.
Di recente la Corte d’Appello di Palermo ha condannato ad 1 anno di carcere per abuso dei mezzi di correzione un’insegnante che nel gennaio 2006 aveva tentato di interrompere una serie di atti di bullismo omofobico ai danni d’un suo alunno, facendo scrivere al responsabile 100 volte alla lavagna “sono un deficiente”, con discussione in classe. Aggredita verbalmente e denunciata dal padre dell’alunno punito, e assolta a metà del 2007: il giudice, esclusi danni morali a carico del punito, riconosceva la validità dell’intervento della professoressa che se non fosse intervenuta, “avrebbe finito per accreditare l’idea che condotte vessatorie verso i più deboli sarebbero state accettate”. La nuova sentenza rovescia la precedente e infligge alla professoressa la pena gravissima di 1 anno di carcere, uscendone rafforzata la posizione del padre del ragazzo, incentrata sul rifiuto di condannare i documentati comportamenti vessatori del figlio. Soprattutto, questa sentenza mandando una conferma dell’impunità dei bulli, dissuade fortemente gli insegnanti dall’assumere in pieno i loro doveri educativi, e riduce a irrilevante il diritto di tutti alla sicurezza e alla dignità contro ogni discriminazione.
L’Associazione Radicale Certi Diritti dà piena solidarietà alla professoressa punita con grave allarme per questo nuovo contributo alla diffusione della cultura dell’omofobia, dopo la persecuzione, non interrotta da nessuno, che portò al suicidio del giovane Matteo, ricordata anche nella sentenza di primo grado della professoressa palermitana, di cui sono rimaste in ombra tutte le responsabilità.

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