martedì 30 novembre 2010

167. "Vieniviaconme" recensito da NOS, rivista olandese

Talvolta succede qualcosa che ti dà la sensazione che il cambiamento aleggi nell’aria. Potrebbe essere l’imminente caduta di un governo ma anche qualcosa di triviale come un programma televisivo. Mica tanto triviale, con oltre 10 milioni di persone che l’hanno seguito ieri sera. Quasi 1 spettatore su 3 ha scelto di vedere un programma in cui in effetti non succedeva molto di emozionante. Sono state lette delle liste, cantate delle canzoni e tenuti lunghi monologhi. Un miracolo? No, televisione che ti tocca.

Vieni via con me è una canzone di Paolo Conte. Questo ‘Vieni via con me’ è invece un viaggio virtuale attraverso l’Italia Buona in quattro puntate. Una serie di incontri con persone che lottano contro l’ingiustizia e per una società giusta. In teoria un pesante mattone di idealismo, trasmesso per ore usando una ridda di parole ma in modo tale da arrivare dritto al cuore di moltissimi italiani.

Nessun timing è mai stato così perfetto. Mentre Silvio Berlusconi si aggrappa all’ultimo apparente brandello di speranza del suo potere, un’Italia di persone che vogliono un Paese diverso e migliore si alza in piedi. Cittadini critici che lottano per una buona legge sull’eutanasia, per il riconoscimento della nazionalità italiana agli immigrati nati e cresciuti nel Paese, per un’esistenza onesta in cui i meriti pesino più dei favori.

Il programma è di una semplicità da far tenerezza. I presentatori Fabio Fazio, un conduttore piuttosto timido di talk show di successo, e Roberto Saviano, l’autore del bestseller Gomorra che vive sotto scorta, raccontano le cose buone e quelle cattive del loro Paese. Lo fanno chiedendo ai loro ospiti di leggere degli elenchi. Italiani famosi come Beppino Englaro, il padre di Eluana che morì dopo 17 anni di coma mentre lui continuava a lottare per l’eutanasia di sua figlia. Ma anche sconosciuti, come la giovane laureata che legge un elenco dei lavori che non le hanno dato. O la suora che elenca i motivi per i quali dovrebbe essere permesso costruire una moschea a Milano. Gli insulti ricevuti dal dipendente di un callcenter. Le 27 parolacce che esistono in italiano per definire un omosessuale. I principi di un politico di sinistra. Quelli di un politico di destra. Troppi da elencare.

Tutto questo in uno splendido scenario e intervallati da sketch e musica. Un formato che su carta sembra soprattutto soporifero, ma che in questo Paese dove la parola è amata così intensamente è diventato immediatamente un enorme successo. A quanto pare molti italiani sognano questa Italia Buona e forse, chissà, è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche per tradurla in realtà.


(traduzione da "Italia dall'estero")

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