lunedì 25 ottobre 2010

157. Famoso e recente discorso di JOEL BURNS

trascrizione tradotta e compendiata del discorso visto e sentito da centinaia di persone su youtube

Signor Sindaco, come sa oggi siamo riuniti qui per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del cancro al seno ……..ma stasera chiedo di permettermi di parlare di una questione che mi ha avvelenato il cuore.
I genitori di Asher Brown si sono lamentati con la direzione della scuola di Cypress Fairbanks, Houston, di come il loro figlio fosse soggetto ad bullismo ed intimidazioni nella scuola: lo chiamavano “6rocio” e “ch3cca”, lo spingevano e lo colpivano, e nonostante sollecitazioni dei genitori ai direttori, le intimidazioni e le minacce sono proseguite, per anni. Un paio di settimane fa, dopo essere stato ancora maltrattato a scuola, Asher è tornato a casa, ha trovato la pistola di suo padre e si è sparato in testa. Il padre ha trovato Asher morto al ritorno dal lavoro. Aveva 13 anni. Un adolescente dell’Indiana, Billy Lucas, che non si è mai identificato come gay, ma veniva percepito come tale dai bulli che lo maltrattavano quotidianamente a scuola, tre settimane fa si è impiccato nel granaio dei suoi nonni. Aveva 15 anni.
Un quindicenne del Minnesota, Justin Aaberg, si è dichiarato gay ai suoi amici all’età di 13 anni che da allora hanno iniziato a maltrattarlo. Dalle medie alle superiori le intimidazioni sono diventate tali, che si è impiccato nella sua camera ed è stato trovato dalla madre.
Compagni di classe e amici hanno iniziato a burlarsi e ad insultare Seth Walsh credo in quarta elementare, fino alla scuola secondaria, dove altri studenti gli hanno detto “il mondo non ha bisogno di un'altra checca, dovresti impiccarti”.
Il 18 di settembre, dopo essere stato maltrattato da un gruppo di adolescenti più grandi, è tornato a casa passando vicino ai rami degli alberi e l’ha fatto: si è impiccato ad un albero. Sua madre lo vide, lo tirò giù e cercò di salvarlo. Seth è rimasto in cura 9 giorni, è morto qualche giorno dopo. Aveva 13 anni.
I fatti di bullismo ed i suicidi degli adolescenti sono ormai epidemici nel nostro paese, specialmente tra gay e lesbiche giovani, quelli visti come gay, oppure come ragazzi che percepivano di esserlo o si sentivano semplicemente differenti.
Qualche settimana fa un adolescente del New Jersey, Tyler Clemente, si è buttato da un ponte dopo che il suo compagno di stanza lo ha dichiarato gay su Internet.
Un adolescente di Rhode Island, Raymond Chase, si è impiccato nella sua camera, e abbiamo saputo che ieri un adolescente dell’Oklahoma, Zack Kerrington, si è ucciso dopo aver preso parola alla giunta comunale di Norman, dove i dissenzienti hanno espresso disprezzo contro i gay insultandoli.
Agli adulti in quest’aula: queste intimidazioni e minacce nelle scuole DEVONO SMETTERE.
E le nostre scuole devono essere un luogo sicuro dove crescere ed imparare: n
on è mai accettabile che siano la causa per cui un adolescente si senta disarmato e senza valori. E mi sento implicato nel prendere parte a questa conversazione.
Ma stasera vorrei parlare ai ragazzi di 12, 13, 14, 15, 16, 17 anni di tali scuole o di qualunque altra scuola del paese. Lo so che può essere insopportabile che in casa possano ferirvi o a scuola possano non capirvi, e che possono arrivare a ferirvi fisicamente. Ma voglio che sappiate che tutto ciò migliorerà!!
Quando io avevo 13 anni ero mingherlino e goffo, cresciuto troppo d’altezza. Figlio di una pianista di una chiesa metodista e di un cowboy, in Texas. Come tanti ragazzini di paese, con in testa uno stereotipo di ciò che dovevo essere, una volta adolescente ho iniziato a provare sentimenti che non capivo e non potevo spiegare, ma che sapevo non coincidere con quello stereotipo.
Ero sensibile ma amichevole, considerato uno sfigato della banda musicale, giocavo a basket ma non bene, ed ero infastidito come qualunque ragazzo, ma ero abbastanza sicuro e non permettevo mi s’infastidisse eccessivamente.
Un giorno, iniziando la scuola secondaria di Crowley, fuori dalla scuola, sono stato circondato da ragazzi più grandi che mi spingevano e mi colpivano. Hanno detto che ero un “6rocio” e che avrei dovuto morire all’inferno, al quale appartenevo.
Questo ha fatto sorgere in me una paura che avevo nascosto: ciò che stavo iniziando a sentire dentro di me in qualche modo iniziava a essere visto all’esterno.
Imbarazzato e umiliato, sono tornato a casa, pensando: deve esserci qualcosa di veramente sbagliato in me, qualcosa che non posso permettere che la mia famiglia, o qualcun altro sappia...
Credo che non sarà facile continuare, e non vorrei mai che mia madre e mio padre stiano male, nell’ascoltarmi... Allora voglio solo dire...non ho mai raccontato questa storia a nessuno, prima di questa sera: nemmeno alla mia famiglia, né al mio compagno!
Ecco, la grande quantità di suicidi degli ultimi giorni mi ha colpito davvero tanto e mi ha fatto piangere il cuore, e ci dovessero essere ripercussioni politiche nel raccontare la mia storia, che le persone decidano se appoggiami, oppure no.
La storia è per quei giovani che possono trovarsi ad impugnare quell’arma, o quella corda, o quel flacone di pastiglie, voi dovete sapere che la mia storia non finisce, o per lo meno non è finita in quello sgradevole giorno.
C’è molto,molto,molto di più.
Lo so, la scuola è stata difficile, uscire allo scoperto è stato doloroso, ma poi la vita è diventata davvero migliore per me.
E voglio raccontarlo a ogni adolescente che possa ascoltarmi: CONCEDITI L’OPPORTUNITA’ DI SAPERE QUANTO POSSA MIGLIORARE LA TUA VITA. E MIGLIORERA’. A ognuno di voi migliorerà.
Uscirai da quella casa o da quella scuola dove non ti accettano, uscirai e mai più avrai a che fare con quegli idioti se non lo vorrai.
Incontrerai e ti farai dei nuovi amici che ti capiranno, e la vita migliorerà, davvero,davvero,davvero tanto.
Guardo indietro la mia vita piena di ricordi felici, e mi piacerebbe poterli condividere con quei ragazzi che si sono tolti la vita.
Ricordi che vorrei condividere anche con la versione di me stesso a tredici anni, in quel giorno sfortunato.
Se potessi porgerei la mano a me tredicenne e lo porterei fino a quella campagna del 1992, dell’allora governatore Clinton, dove per un momento molto spirituale, senza parlare, io e il mio compagno ci siamo incontrati per la prima volta, e mi porterei fino al primo giorno di primavera del 1999, sulla collina di un ranch texano, circondati da dolci teste nere di vacche Angus che pensavano fossimo li per mangiare. E mentre c'era il tramonto, il cielo diventava rosa,poi viola e arancio, nei modi in cui suole essere il tramonto nel Texas, ho messo le mani nelle tasche dei miei jeans e ho tirato fuori due anelli, che mi avevano fatto spendere fino all’ultimo dollaro, facendone scivolare uno nella mano di JD e chiedendogli di trascorrere il resto della mia vita con me. Mi porterei sempre tredicenne alle elezioni del 2007, dove un’aula piena di familiari e conoscenti ha esultato e gridato quando è stato chiaro che avrei vinto le mie prime elezioni, perché vedrebbe l’amore e l’appoggio di quell’aula nei miei confronti quella notte.
E ancora tredicenne mi porterei a due giorni fa all’ospedale a vedere nostro padre, che non è più quel rude cowboy quarantenne che pensavo non mi avrebbe mai capito, ma ora è il padre 67enne, ancora un po’ duro ma che dopo l’operazione, stringe la mia mano e dice: Joel, sono così felice che oggi tu sia qui.
A tutti coloro che stasera si sentono molto soli, per favore sappiate che io capisco come si sentono…
Le cose diventeranno più facili: può non sembrare così stasera, ma cosi sarà.
E l’atteggiamento della gente cambierà: per favore, vivete abbastanza per vederlo.
E ora agli adulti: le aggressioni devono finire.
Non possiamo voltar la faccia mentre si perdono tragicamente tante vite.
Serve un sostegno? Interpellatemi e vi fornirò i sostegni necessari.
Ringrazio i presenti in quest’aula per avermi concesso questo tempo, a JD e al resto della mia famiglia, mi spiace che siano venute a conoscenza di questa brutta storia personale per la prima volta in modo pubblico. Ma ora posso raccontarla anche grazie al loro amore.
E mamma, papà: sono vivo perché mi avete amato.
Ripeto: le cose cambieranno, la vita migliorerà, e avrete una vita intera di bei ricordi, se solo permetterete loro di arrivare.

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