mercoledì 20 ottobre 2010

154. Lo scandalo del Lodo Salva-Lega

Malafede e superbia: per le spiegazioni richiestegli alla Camera dei Deputati sul Lodo Salva-Lega, il ministro Calderoli, senza imbarazzo nè rispetto del suo ruolo e del Parlamento, ha affermato che la legge abrogata è stata scarsamente applicata nella storia della Repubblica, pertanto non era necessario mantenerla in vigore. Magari allora non conta la gravità del reato ma solo il numero di volte in cui la legge viene applicata? Invece i Costituenti vietarono nell’articolo 18 della Costituzione le associazioni militari con scopi politici, parlando di un reato che mette a rischio la sicurezza dello Stato e dei cittadini, la democrazia delle istituzioni e l’unità nazionale. Tutto ciò non fa venire in mente il programma elettorale del partito della Lega?
Calderoli si chiede allora, con un divieto scritto in Costituzione quindi autosufficiente e immediatamente applicabile, a che serva avere pure una legge! Un giudice, di fronte ad un’associazione siffatta, ne deve decretare lo scioglimento, ma i suoi soci la farebbero franca se non avessero commesso un qualche altro reato già previsto nel codice penale, perché per loro non è più prevista una pena, come per quelli delle brigate della “guardia nazionale padana”, tanto cara a Calderoli: un bel colpo di spugna "rigorosamente costituzionale" e via. Ma è proprio suo il decreto legislativo n. 179/2009, di meno di 1 anno fa, contenente l’elenco delle leggi anteriori al 1970, la cui permanenza in vigore è ritenuta ‘indispensabile’, tra cui il Decreto legislativo n. 43 del 1948, che punisce il reato di cui stiamo parlando: evidentemente lui stesso o qualcun altro si è accorto che le leggi ad personam possono servire non solo a S.B.!

compendio
da "il fatto quotidiano"
da www.ansa.it

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