sabato 6 luglio 2013

333. Appunti del 2011 su Ischia da "wabesmemo"

1. Con una levata antelucana si prende da Milano l'aereo per Napoli: atterrati, ci avviamo a prendere l'aliscafo. Due cose che ci colpiscono nel passaggio in città sono il Maschio Angioino, castello fortificato famoso e maestoso proprio di fronte all'attracco degli aliscafi, e i panni stesi sulle facciate delle case, che a Milano non ci sono: a Genova, dove sono nato, la biancheria stesa lungo i muri esterni dei palazzi è un'abitudine caratteristica e distintiva. Ricordo che questa vista disturbò non poco S.B. durante un sopralluogo vicino al sito che avrebbe ospitato il famoso vertice del G8 di Genova: finì per "censurare" tutto un caseggiato mascherandolo con un gigantesco cartellone raffigurante un palazzo patrizio in quanto l'apparenza, si sa, è in cima ai Suoi pensieri, e comunque tutti ricordiamo come in seguito fu premeditatamente "censurata", e qui è un eufemismo, la protesta studentesca e no-global in piazza Alimonda, ora forse intitolata a Carlo Giuliani. Era il 2001. Ecco solo una mia digressione spontanea. Ma poi racconterò qualcosa di un'isola. 

2. Appena arrivati ecco la mia impressione di Ischia: nell'abitato elementi che mi fanno pensare a isole greche, Sicilia, Dalmazia, Liguria, Catalogna e Provenza, non avendo mai soggiornato per più di qualche ora in territorio campano. Una spiaggia non certo selvaggia ma molto bella. IschiaPorto e IschiaPonte sono densamente costruite e popolate. E hanno un fascino derivante da un sapiente accostamento di case nuove molto semplici a quelle vecchie, con tanto verde che rende l'insieme molto attraente. Abbiamo un primo assaggio della fama termale dell'isola, subito in albergo: piscina calda "termale" estremamente rilassante. Il caldo è intenso, non soffocante ma gl'ischitani si lamentano dell'acquazza, cioè dell'afa umida che pesa addosso. Il giorno per cui prenotiamo un giro pomeridiano in bus sorge rinfrescato dalla pioggia e dal vento notturni. Anche durante il viaggetto abbiamo avuto piovaschi e vento, ma in ogni modo abbiamo potuto godere viste magnifiche per i 6 diversi comuni dell'isola. Ad esempio l'isolotto di Sant'Angelo e lo spiaggione dei Maronti. Davanti a Laccoameno il famosissimo scoglio di tufo a forma di fungo. Come in Svizzera, Valtellina e Piemonte ci sono crotti, grotti e crote, qua sono numerosissime le "cantine" scavate nel tufo della montagna, appositamente per conservare il vino, patrimonio tradizionale d'Ischia. E' singolare notare come la stessa idea fosse realizzata forse da millenni a chilometri di distanza, nella stessa Italia di S.B. e della Lega. Ma probabilmente pure altrove. E' questo tipo di globalismo della civiltà umana che personalmente m'affascina, cioè l'ingegno universale, slegato dai luoghi. 

3. Dalla costa tra Ischiaporto e Ischiaponte l'orizzonte pare quello di un golfo molto ampio, senza la percezione esatta di stare su un'isola. L'occhio arriva alle prospettive sovrapposte di Ventotene, Procida e della Costiera Napoletana. Il porto principale dell'isola è tondo e molto riparato, tutto contornato verso l'esterno da una costa verdeggiante, insomma ha la forma ad atollo: lo creò in effetti secoli fa un re di Napoli facendo abbattere con lavori che durarono anni ed anni un piccolo tratto di quella costa per creare il varco dal mare a quello che era un lago vulcanico costiero. Da qui per salire verso Ischiaponte 2 strade, una ampia e trafficata con andamento a curve mi richiama località catalane e l'altra, una salita dritta, più stretta e praticamente pedonale, mi ricorda Liguria e Sicilia insieme: questo corso è un'infilata di botteghe e negozi, lungo un fondo stradale che alterna cubetti di porfido e pietra lavica al pavé. Vi si avvicendano costruzioni eterogenee che rendono questo tracciato molto piacevole e le varie attività si aprono sulla strada, su cortili laterali, sotto portici aggiunti o su terrazze rialzate: una di queste fa da invito a un negozio di parrucchiere per signora e ne ospita all'aperto caschi-asciugacapelli completi di poltroncine: una cosa che non avevo mai visto. Molto più in alto, oltre una piazzetta che ospita un intero locale all'aperto, il corso si restringe e diventa meno commerciale. Le 3 chiese viste lungo quest'arteria sono piccole, semplici ma spesso addobbatissime. Di quella più in alto, con un esterno da biblioteca, ho visto addirittura un interno completamente drappeggiato di seta bianca, forse solo per la festa dell'Addolorata, che quindi, comunque fosse, risultava assolutamente invisibile. Una bella settimana d'ozio in un bellissimo posto, in mezzo a gente ospitale, con una parlata sopra le righe, come la loro ottima cucina!

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