Nel 1550, dopo l'inizio dell'imponente "bastionamento" durato anni, Milano si diede precisi confini, più vasti di quelli medievali. Col passare dei decenni, i varii insediamenti cresciuti a ridosso delle nuove mura diedero vita ad un unico Comune ad anello, detto dei Corpi Santi, ricordo delle sepolture praticate sui corpi dei primi cristiani, Martiri o Santi, appena all'esterno dei limiti urbani.
Tra l’attuale via Melzi d’Eril e l’Arco della Pace, il complesso di Sant’Ambrogio ad Nemus si era salvato dalle ondate di distruzioni barbare succedutesi per quasi 2 secoli grazie al fatto che si trovava in un boschetto lontano dalle mura della cerchia dei Navigli, e a metà tra le due arterie stradali verso il nord, la Comacina e la Vercellina.
Lì accanto, trovandosi in sèguito appena fuori dai Bastioni Nuovi, il Borgo degli Ortolani dei Corpi Santi si sviluppava in origine lungo il tratto della via Varesina che andava dalla porta Tenaglia, nello stesso sito dell’attuale Arena, all’attuale piazza Firenze: in pratica via Canonica e via Pier della Francesca.
Lì accanto, trovandosi in sèguito appena fuori dai Bastioni Nuovi, il Borgo degli Ortolani dei Corpi Santi si sviluppava in origine lungo il tratto della via Varesina che andava dalla porta Tenaglia, nello stesso sito dell’attuale Arena, all’attuale piazza Firenze: in pratica via Canonica e via Pier della Francesca.
Era l’idrografia della zona col Torrente Nirone, la roggia
Marianella, il fontanile San Rocco e la roggia Peschiera che fece sorgere lungo la via Varesina mulini,
cascine, orti, campi e frutteti, i cui prodotti abbondanti venivano
raccolti e poi venduti in loco originando il nome del borgo, borg di
scigolat, cioè il borgo dei cipollai o ortolani.
Il Comune dei Corpi Santi
fu annesso nel 1873 a Milano: da qui cominciò la perdita dell’identità agricola
originaria che coincise col nuovo piano regolatore che ne stravolse anche la
fisionomia.
Meno di 10 anni prima dell’accorpamento
alla città era stato ultimato il nuovo cimitero Monumentale di Milano,
per soppiantare diversi piccoli cimiteri cittadini, il che comportò comunque il
progetto di nuove strade di collegamento.
Infatti fino al 1820 le direttrici del Borgo erano il suo
tratto di via Varesina, il tracciato stradale del Fontanile di San Rocco da via
MacMahon, sino a via Niccolini e via
Balestrieri attraverso il sagrato della Santissima
Trinità, di cui resta il bellissimo
campanile romanico, e il viale di Porta Tenaglia, ora viale Elvezia. Per
il resto c’erano viottoli solcati da altri piccoli canali d’irrigazione, che hanno generato l'intrico di viuzze caratteristiche del Rione.