giovedì 2 dicembre 2010

168. "2 pesi, 2 misure"

Tempo fa il programma LeIene, su Italia1, ha denunciato le molestie sessuali che un prete era uso fare a minorenni. La denuncia era giunta da un ragazzino sedicenne. La trasmissione aveva mandato dal prete un attore appena maggiorenne che presentatosi come minore era stato molestato dal sacerdote.
Oggi giunge la notizia del suicidio del sacerdote. La cosa non ci fa piacere come non ci fa piacere la morte di nessuno. Dire che se lo meritava andrebbe contro ogni mia convinzione. Come i lettori del mio blog sanno sono contrario al concetto di punizione e favorevole invece ad altri percorsi che mirino a recuperare la persona. Anche il carcere secondo me andrebbe abolito.
La notizia però mi spinge ad alcune riflessioni su come la nostra società sia dominata da una totale parzialità nei giudizi, su come si usino sempre due pesi e due misure.
Il sacerdote era ricoverato presso una casa di cura dove la curia lo aveva mandato per risolvere i suoi problemi. Immagino che avesse anche una certa libertà di movimento visto che il suicidio non è avvenuto dentro le mura della clinica. Il sacerdote si è gettato sotto un treno.
Subito sono sorte polemiche e Davide Parenti, autore de Le Iene ha dovuto giustificarsi dicendo che la responsabilità non si può attribuire a loro perché non avevano mostrato la faccia del prete e non avevano fatto il suo nome.
E qui scatta la mia riflessione. Dunque, un prete colpevole di molestie non solo non viene indagato nonostante l’evidenza e non finisce in carcere (la legge dovrebbe essere uguale per tutti, preti compresi) ma è oggetto di pietà al punto tale che Parenti deve giustificarsi per aver denunciato un reato grave salvando dalle molestie chissà quanti ragazzini. Se non fossero intervenute le iene il sacerdote avrebbe continuato a fare i suoi porci comodi. Ricordo quel servizio e ricordo che intervistato il prete aveva detto che aveva sbagliato e che avrebbe chiesto perdono a Dio. Tanto bastava secondo lui.
Quando un ragazzino gay si suicida per la continua omofobia che subisce, per gli scherzi pesanti dei bulli, per il rifiuto avuto dalla società, nessuno dice nulla. Perché non si chiede conto al papa, alla Binetti, a Giovanardi, a Berlusconi delle loro dichiarazioni omofobe che creano quel clima dove maturano i suicidi di centinaia di ragazzini gay?
da wordpress.com

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